Abolizione Aci Pra, niente archivio unico con la motorizzazione civile

Cos’è il Pra

Il pubblico registro automobilistico, la cui normativa risale ad un decreto del lontano 1927, è da anni il doppione degli archivi della motorizzazione civile deputato al rilascio del [textmarker color=”C24000″]certificato di proprietà[/textmarker] del veicolo.
Il Pra è gestito dall’Aci, un ente pubblico italiano sotto l’ala del ministero del turismo che vive del pagamento obbligatorio del bollo auto da parte dei possessori di un veicolo. Questa tassa d’iscrizione, da sola, è in grado di alimentare le casse del club di circa 200 milioni l’anno.

Pra e motorizzazione civile, cosa cambia

La differenza tra i due archivi è molto labile. La motorizzazione, gestita dal ministero dei trasporti, è incaricata di raccogliere e gestire i dati tecnici dei veicoli registrati. Nello specifico, questa direzione lavora per rilasciare la [textmarker color=”C24000″]carta di circolazione[/textmarker] di auto, moto e rimorchi.

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Aci, Pra e motorizzazione

Il grosso scoglio che ostacola l’abolizione del Pra, o il suo accorpamento con la motorizzazione, è fondamentalmente politico-economico, visto che da una manovra simile l’Aci perderebbe più della metà dei suoi introiti. In virtù della ramificazione del club in 106 uffici provinciali, 3.000 dipendenti, 153 società partecipate e movimentazioni economiche della portata di svariati milioni di euro, la scelta di falciare il Pra porrebbe anche il problema dei conseguenti numerosi esuberi di dipendenti.

[ot-caption title=”Confronto PRA – Motorizzazione (clicca per ingrandire)” url=”http://info.tuttovisure.it/wp-content/uploads/2014/12/pra-motorizzazione-confronto.jpeg”]

Abolizione Pra, i tentativi

A provare a far risparmiare i possessori di auto, almeno sulla carta, ci hanno pensato anche le alte sfere. A partire dall’allora ministro dei trasporti [textmarker color=”C24000″]Pier Luigi Bersani[/textmarker] che, nel 2000 prima e nel 2007 poi (in quest’ultimo caso in veste di ministro dello sviluppo economico) ha ‘suggerito’ di abolire il Pra tramite due diversi disegni di legge. L’esito, neanche a dirlo, è stato sempre negativo, per l’ostruzionismo verso cui i due documenti si sono imbattuti in sede parlamentare.

Cosa ha fatto Renzi per abolire il Pra

[paragraph_left][block]Abolizione Pra Matteo Renzi[/block][block]Stessa apparente enfasi sul tema, conclusasi puntualmente con un buco nell’acqua, l’ha messa anche l’attuale premier.
Ad aprile 2014, [textmarker color=”C24000″]Renzi [/textmarker]ha annunciato l’unione di Aci, Pra e motorizzazione entro un piano più ampio di riorganizzazione della pubblica amministrazione, il cosiddetto sforbicia Italia. L’annuncio ha avuto seguito solo a giugno, quando il paventato archivio unico dei veicoli sotto l’egida del ministero delle infrastrutture si è materializzato in una bozza di decreto che prevedeva anche l’abolizione del [textmarker color=”C24000″]superbollo [/textmarker]e dell’[textmarker color=”C24000″]Ipt[/textmarker] (l’imposta provinciale di trascrizione per i passaggi di proprietà), e l’istituzione della nuova imposta regionale di immatricolazione. In un’altra bozza, poi, si era arrivati a prefigurare la totale abolizione del Pra a partire da luglio 2017.
La documentazione prodotta è rimasta lettera morta. Nemmeno nella nuova legge di stabilità, approvata a dicembre 2014, si fa riferimento all’abolizione del Pra. Una mancanza che continua a far lievitare i costi per chi possiede un veicolo, senza contare che resterà in vigore anche l’imposta provinciale di trascrizione.[/block][/paragraph_left]  

 

 

Fonti Blog di Motori, Corriere della Sera, Quattro Ruote, Repubblica

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