Allarme costi: arriva aumento IVA

E’ già scontro politico sull’aumento dell’Iva dal 21 al 22 % che dovrebbe scattare ai primi di ottobre. Per ora il Premier Enrico Letta non ha dato nulla di certo dichiarando che si “sta lavorando”, resta il fatto però che il Governo è chiamato a rispondere ai dettami dell’Unione Europea per una situazione finanziaria per nulla florida.

Durante l’incontro tra il commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni infatti, l’esecutivo è stato chiamato a trovare le coperture per cancellare il saldo di dicembre dell’Imu sulle prime case ed i terreni agricoli, operazione per un costo di circa 2,4 miliardi oltre alle spese della cassa integrazione (1 miliardo) e le missioni all’estero (400 milioni). In tale occasione il Commissario europeo ha sottolineato la scelta imprudente della cancellazione dell’Imu, scelta, che potrebbe essere l’elemento determinante affinché arrivi la stangata ad ottobre sull’Iva.

olli_rhenE mentre si paventa il rincaro dell’aliquota sui consumi, è subito bagarre tra i partiti politici. Il Pdl critica aspramente tale disposizione e invita Letta a smentire. “Letta smentisca l’aumento dell’Iva e ‘onori’ gli impegni presi nell’atto di nascita del governo” ha dichiarato il presidente dei deputati del Pdl Renato Brunetta. “È bastata la visita di un giorno a Roma del commissario per gli Affari economici e monetari dell’Ue, Olli Rehn, con le sue inopportune dichiarazioni – ha aggiunto– che tutti adesso reputano inevitabile l’aumento dell’Iva a ottobre (pare che anche qualcuno all’interno del governo se ne sia convinto)”.

Anche il Pd ha accolto con preoccupazione l’aumento dell’Iva spaccandosi letteralmente a metà: i deputati renziani Lorenza Bonaccorsi, David Ermini, Federico Gelli, Ernesto Magorno hanno infatti sottolineato che “l’aumento Iva dopo aver reperito risorse per la riduzione parziale dell’Imu sarebbe un duro colpo alle fasce più deboli”. Stessa opinione quella di Roberto Speranza, capogruppo del Pd alla Camera, per cui l’aumento dell’Iva sarebbe un “duro colpo per le famiglie e le imprese” . Di altro avviso è il viceministro dell’Economia Stefano Fassina, convinto che per evitare l’aumento dell’Iva sia necessario “rivedere l’intervento sull’Imu. Confermiamo la cancellazione per il 90% dei proprietari e lasciamo contribuire il 10% delle abitazioni di maggior valore” proprio perché c’è una reala mancanza di copertura.

Contrari all’aumento dell’Iva anche la Lega e Fratelli d’Italia che vedono in tale scelta una dichiarazione a morte per il Paese. Ad appoggiare la propensione dell’esecutivo sono invece i sindacati, a patto che il Governo, contemporaneamente all’aumento dell’ Iva, riduca le imposte dirette e in particolare le tasse sul lavoro. Un no deciso invece arriva dalle associazioni di categoria dei commercianti, artigiani e dei consumatori che temono quanto pronosticato da Confcommercio secondo cui l’aumento dell’Iva in questo momento storico porterebbe inevitabilmente un ulteriore crollo dei consumi.

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La drammatica previsione di un eventuale aumento dell’Iva secondo Confcommercio avrebbe un gravi ripercussioni sui consumi, amplificando il crollo stimato a fine anno a -2,4%, con una riduzione ulteriore dello 0,1%, e un incremento dei prezzi, tra ottobre e novembre, dello 0,4%. La perdita di produzione comporterebbe, a regime, una riduzione di 10 mila posti di lavoro. “Fatte queste considerazioni – chiarisce Confcommercio in una nota – è evidente, dunque, che l’aumento dell’aliquota è un’ipotesi che va definitivamente scongiurata perché questa misura, anche alla luce dei primi timidi segnali di ripresa che non hanno però ancora interessato l’economia reale, sarebbe davvero esiziale per famiglie e imprese già stremate da una crisi senza precedenti compromettendo la ripresa dei consumi e il conseguente consolidamento del quadro economico”.