Casa: niente più Trise, arriva la Iuc

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Ancora un cambiamento di nome – ma non di sostanza – per le tasse sugli immobili. Superato il Trise alla velocità della luce, l’imposta sugli immobili diventa la Iuc (imposta unica comunale). Il neonato acronimo arriva dall’emendamento alla legge di stabilità depositato ieri dai relatori Giorgio Santini (Pd) e Antonio D’Alì (Ncd) in commissione bilancio al Senato. La nuova tassa si comporrà di tre gambe: l’Imu sulla componente patrimoniale, la Tasi sui servizi indivisibili, e la Tari sui rifiuti. La prima sarà l’unica, per le case principali non di lusso, a non gravare sui contribuenti proprietari della prima casa. I quali, tra l’altro, potranno godere di un ritorno delle detrazioni grazie ai 500 milioni in più che i sindaci si vedranno recapitare sul fondo di solidarietà comunale. Un bonus con cui i comuni dovranno alleggerire il carico della Tasi per le famiglie, ma per il quale si dovrà attendere entro il 31 gennaio 2014 “la ripartizione dello spazio finanziario disponibile per ciascun comune” da parte del ministero dell’economia e della finanza. Tra le novità della Iuc, anche il blocco del prelievo entro un tetto complessivo pari a quello previsto oggi per l’Imu.

Iuc in arrivo?

La nuova imposta comunale si pagherà con un solo bollettino predisposto dai municipi e in quattro rate (16 gennaio, 16 aprile, 16 luglio e 16 ottobre), fatte salve modifiche delle date da parte dei comuni o la scelta del contribuente di pagare in unica soluzione a giugno. All’interno del bollettino compariranno i tre importi relativi alle singole componenti del prelievo, con solo quello dell’Imu – in caso di abitazione principale – pari a zero. Per la Tasi, l’emendamento conferma l’aliquota dell’1 per mille con un tetto massimo, solo per il 2014, del 2.5 sulla prima casa. Di nuovo ci sarà la fissazione di un limite per la somma di imposta municipale e tributo sui servizi. Limite che non potrà superare il tetto massimo previsto oggi per l’Imu (ovvero il 10.6 per mille dalla seconda casa in su).

Il ritorno delle detrazioni

Per alleggerire il carico sulle famiglie, oltre ai 943 milioni iniziali, arriveranno ulteriori 500 milioni, di cui 400 provenienti dal fondo Ispe di palazzo Chigi, e 100 dai fondi alle missioni di pace. Il ‘bonus’ dovrà essere obbligatoriamente usato come “detrazione a favore dell’abitazione principale e delle pertinenze della stessa, nonché dei familiari dimoranti abitualmente e residenti anagraficamente nell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale”. Unica clausola, i tempi. La misura entrerà infatti in vigore solo quando il ministero dell’economia e della finanza, dopo aver ascoltato la conferenza stato-città, avrà stabilito entro il 31 gennaio 2014 “la ripartizione dello spazio finanziario disponibile per ciascun comune” dei 500 milioni aggiuntivi.

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Gli altri dettagli sulla Iuc

Per quanto concerne la componente rifiuti (Tari) la Iuc ripropone che il tributo venga commisurato ai metri quadri, e che l’istituzione di una tariffa puntuale rimanga un’alternativa – e non un obbligo – a disposizione dei sindaci.
In merito all’Imu della chiesa e del no profit, questi enti dovranno presentare in via telematica la dichiarazione 2012 insieme a quella 2013 indicando in che percentuale l’immobile sconta la tassa. La dichiarazione dovrà essere presentata secondo le modalità di un decreto dell’economia che non risulta ancora emanato. Poiché senza la presentazione di questa documentazione a tali soggetti è di fatto impedito il pagamento, l’emendamento prevede per loro un versamento in tre rate: due acconti del 50% il 16 giugno e il 16 dicembre, ed il saldo del restante 50% il 16 giugno dell’anno successivo.
Per quanto riguarda le imprese, si cercano le risorse necessarie per ampliare dal 20 al 30% la deducibilità dell’Imu sui capannoni. Misura per la quale potrebbe rientrare in campo l’ipotesi di estendere il beneficio fiscale anche all’Irap.

Simona Di Michele

Fonti Il Sole 24 Ore