Crisi imprese, chiusure in rosso per il 33% delle società

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Infocamere, cosa è emerso

Una società su tre è in perdita. Il dato del 2013, riscontrato da Infocamere dopo l’analisi su più di 470mila bilanci depositati elettronicamente nel registro delle imprese tra il 2010 ed il 2012, segna un preoccupante aumento delle società che chiudono in rosso, pari solo due anni prima a meno del 30%.

Il fisco che manda in perdita

Dalle elaborazioni è emerso che sulle 155mila imprese in perdita, 113mila faticano a gestire i propri conti industriali, mentre 13mila soffrono la crisi già prima della tassazione, a causa di situazioni finanziarie e bancarie difficili. Un dato allarmante è rappresentato dal fatto che le tasse arrivano ad azzerare l’utile mandandolo in negativo. Tale tendenza è spiegabile dal fatto che dall’Irap, che si paga sul valore della produzione, non si possono dedurre integralmente costi come le spese per il personale o gli interessi passivi, l’Ici e l’Imu.

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La mappa dei fallimenti

Lazio e Liguria detengono il primato per il maggior peso che il fisco ha sui risultati aziendali. Si parla del 7% di società che vanno in perdita dopo le imposte. Tra il 2010 ed il 2012, poi, l’aumento delle imprese in perdita si è registrato in Liguria, Umbria, Abruzzo e Toscana, fino ad arrivare al record della Sardegna dove quasi quattro società su dieci hanno subito perdita.

Quanto perdono le imprese

Premesso che nel biennio analizzato è emerso che le perdite medie sono state quasi il doppio per le aziende di qualsiasi dimensione, secondo InfoCamere il valore delle chiusure in rosso è legato alla presenza di un fatturato ridotto. Questo significa che le società con minor valore di produzione vedono crescere più in fretta le perdite, e si rivelano anche meno pronte ad arginare il deficit quando si trovano in crisi.

Simona Di Michele

Fonti Il Sole 24 Ore