Dati Inps, confermata l’accessibilità al Fisco

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Controllo fiscale sull’Isee

Il via libera del garante della privacy all’apertura della banca dati dell’istituto di previdenza accelera la procedura di contrasto alle frodi fiscali e contributive. La condivisione telematica di informazioni tra enti preposti permetterà infatti di confrontare i dati dichiarati dai contribuenti e le richieste di agevolazione da loro stessi avanzate.
Un esempio su tutti è quello relativo al nuovo Isee. Comuni, caf, e tutti gli enti incaricati di ricevere le dichiarazioni sostitutive uniche utili per il rilascio dell’Isee, dovranno trasmetterle immediatamente per via telematica all’Inps. L’Agenzia delle Entrate, collegandosi alla banca dati dell’istituto, potrà a sua volta confrontare i redditi dichiarati con le richieste di prestazioni sociali agevolate avanzate tramite l’Isee. Qualora il fisco dovesse notare delle incongruenze, dovrà segnalare all’Inps “l’esistenza di omissioni, ovvero difformità degli stessi rispetto ai dati presenti nell’anagrafe tributaria, inclusa l’esistenza non dichiarata di rapporti finanziari”. Su tutto ciò che le entrate non possono verificare perché prive delle dovute informazioni (ad esempio in merito al nucleo familiare, alla disabilità, ai redditi esenti, ecc.), sarà l’Inps ad aprire i propri database e consentire le opportune verifiche.

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Chi ha accesso alla banca dati Inps

A poter aprire gli archivi Inps non sarà solo il fisco. Esclusi i caf, i patronati e gli intermediari, l’accesso sarà valido per le pubbliche amministrazioni e i gestori di un pubblico servizio, previa stipula di una specifica convenzione. Quest’ultima dovrà prevedere quali dati saranno consultabili e su quali sarà invece fatto divieto di accesso. Sarà inoltre garantito il divieto di duplicare i dati in forma massiva e di replicarli in archivi autonomi. Sia l’Inps che gli enti accreditati, infine, dovranno nominare un responsabile della convenzione ed individuare tecnici capaci di assicurare il livello di protezione richiesto e di verificare periodicamente lo stato dei permessi d’accesso concessi.

Simona Di Michele

Fonti Il Sole 24 Ore