Equitalia, al via l’operazione autotutela per frenare le cartelle pazze

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I primi risultati dell’operazione autotutela di Equitalia sembrano incoraggianti. La procedura, messa a disposizione dei contribuenti per chiedere ad Equitalia di sospendere, verificare ulteriormente, ed eventualmente annullare le cartelle esattoriali pazze, ovvero ritenute infondate, è diventata legge tramite il decreto stabilità 2013.

Come funziona l’operazione autotutela Equitalia Per sfruttare la procedura messa a disposizione dall’agenzia di riscossione, il debitore Equitalia può presentare domanda per la sospensione della cartella entro 90 giorni dal ricevimento della cartella di pagamento o di un atto esecutivo (come un atto di pignoramento) o cautelare (come ipoteca o fermo amministrativo). La conditio sine qua non per l’istanza è data dal fatto che il contribuente ritenga illegittimo il provvedimento a lui imputato, o che sia già soggetto a decadenza o prescrizione, o, ancora, che non sia più esigibile (come nel caso di una sentenza che abbia annullato in tutto o in parte la pretesa dell’ente, emessa in un giudizio al quale l’agenzia per la riscossione non ha preso parte). La richiesta, dunque, deve contenere le ragioni per le quali si dovrebbe procedere con la sospensione.

Cosa accade dopo l’istanza

Equitalia, ricevuta la domanda motivata, si occupa di bloccare la riscossione e di inviare tutta la documentazione all’ente da cui è partita la contestazione (Agenzia delle Entrate, altre agenzie fiscali, Inps e Inail, Comuni). Da questo momento parte il riesame della cartella esattoriale. E se passano 220 giorni dalla presentazione della domanda di autotutela senza che al contribuente arrivi alcuna risposta, le somme contestate sono automaticamente annullate.

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La richiesta online

La procedura di autotutela può partire anche dal sito di Equitalia. “In questi anni – ha commentato l’amministratore delegato della società Benedetto Mineo – siamo riusciti a perfezionare i nostri sistemi informatici per evitare quelle situazioni eccezionali che sostanzialmente si sono verificate prima della nascita di Equitalia, in cui si riscontravano divergenze tra i dati forniti dagli enti creditori e quanto riportato nelle cartelle notificate ai contribuenti”. Per far fronte a simili problemi, ha proseguito Mineo, “abbiamo ampliato i canali di assistenza intervenendo su questi disguidi non imputabili alla nostra attività, e oggi è possibile risolvere la situazione anche dal computer di casa”.

Simona Di Michele

Fonti Il Sole 24 Ore