Protesto

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Cos’è un protesto e come si può cancellare? Le risposte nel glossario di TuttoVisure.it.

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Cos’è un protesto

Per protesto si intende un atto pubblico tramite cui un notaio o un ufficiale giudiziario notifica formalmente il mancato pagamento di titoli di credito (assegni, cambiali, ecc.) da parte di un contribuente debitore. Il protesto è un titolo esecutivo che permette al creditore di procedere nei confronti della persona inadempiente per via giudiziaria.

Quali sono le conseguenze di un protesto

Quando si è protestati, si può incorrere negli effetti civili tipici dell’inadempimento del pagamento, ovvero gli interessi di mora e la possibilità di essere sottoposti a pignoramento. Sia in caso di mancato pagamento di assegni che di cambiali, il soggetto viene automaticamente inserito presso il registro informatico dei protesti o bollettino protesti, curato dai presidenti delle Camere di Commercio, industria, artigianato e agricoltura. Qualora il protesto sia inerente ad un assegno bancario, è inoltre prevista una sanzione amministrativa a carico del protestato e, se non si dimostra l’avvenuto pagamento entro 60 giorni, si viene registrati presso l’archivio informatizzato degli assegni bancari e postali e delle carte di pagamento della Banca d’Italia, con il conseguente divieto di emettere assegni per i successivi sei mesi. Infine, la comunicazione del mancato pagamento raggiunge anche il prefetto competente per territorio.

Come si cancella un protesto

In merito alla cancellazione di protesti, si deve distinguere tra i protesti di assegno e i protesti di cambiale. Per la cambiale il protesto è sempre cancellabile, a patto che si dimostri l’avvenuto pagamento e non sia passato un anno dal protesto stesso. Nel caso di protesti di assegno, o se è passato più di un anno dal protesto di cambiale, bisogna invece richiedere la riabilitazione presso il tribunale prima di fare istanza di cancellazione. Anche in tale circostanza è necessario dimostrare l’avvenuto pagamento del titolo.
La cancellazione automatica del protesto, invece, avviene esclusivamente qualora siano trascorsi i cinque anni previsti per legge.

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