Focus sulla Tasi, ovvero tassa per i servizi indivisibili dei comuni: cos’è, come si calcola, chi la deve pagare e cosa la differenzia dall’Imu.
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Cos’è la Tasi
Si tratta della nuova imposta per i cosiddetti servizi indivisibili dei comuni, ovvero quelle attività che il comune effettua per la generalità dei cittadini, e non a domanda individuale. Tra i servizi coperti dalla Tasi, l’illuminazione pubblica, la manutenzione di strade e verde, l’anagrafe.
La Tasi va a sostituire la maggiorazione Tares di 30 centesimi al metro quadro, che aveva lo stesso scopo e si doveva versare entro dicembre 2013, o il 24 gennaio 2014 nei comuni che non l’hanno raccolta lo scorso anno. La Tares maggiorata è stata successivamente destinata all’erario in cambio di un aumento equivalente dei fondi comunali.
Chi deve pagare la Tasi
La tassa grava sia sui proprietari dell’immobile che sugli inquilini. Devono inoltre pagarla i condomini in base alle unità di proprietà (come la guardiola o l’alloggio del portiere) e alle aree non operative, scoperte, e di pertinenza o accessorie a locali imponibili. Coinvolte nel pagamento anche le aree comuni condominiali che non siano detenute od occupate in via esclusiva.
Come si calcola la Tasi
La Tasi si applica alle stesse basi imponibili previste per l’Imu, l’imposta municipale. La base imponibile è la rendita catastale (indicata negli atti di compravendita degli immobili) rivalutata del 5% e moltiplicata in base ad indicatori propri di ciascuna categoria immobiliare (per abitazioni e pertinenze il moltiplicatore è 160, per i negozi è 55, e così via. I moltiplicatori di ogni categoria sono reperibili all’articolo 13, commi 4 e 5, del decreto legge 201/2011).
Che differenza c’è tra Tasi ed Imu
Anzitutto, la Tasi va versata anche per le abitazioni principali, a differenza dell’Imu. L’aliquota base della Tasi, per le abitazioni non di lusso, è dell’1 per mille, e i comuni possono aumentarla fino ad un massimo del 2.5 per mille. Con il decreto legge 16/2014, inoltre, i municipi possono aumentare ulteriormente l’aliquota fino allo 0.8 per mille, per finanziare ulteriori detrazioni sulle prime case, ed agevolare in tal modo famiglie numerose o a basso reddito. Dal 2015, poi, la Tasi base potrà raggiungere il tetto massimo del 6 per mille, cioè quello previsto dall’Imu. Per le abitazioni di lusso (A1, abitazioni signorili; A8, ville; A9, castelli e palazzi storici), e per gli altri immobili, la normativa prevede invece un tetto massimo pari alla somma di Imu e Tasi, che non può superare l’attuale soglia dell’Imu, ovvero 6 per mille su prima casa, e 10.6 per mille su altri immobili.
La Tasi, infine, a differenza dell’Imu va pagata anche dagli inquilini, per una percentuale che il comune può scegliere tra il 10 ed il 30%.
Quando e come si paga la Tasi
L’imposta va pagata, in unica soluzione, entro il 16 giugno 2014, anche se non si esclude che i comuni possano suddividerla in due rate. Il versamento può essere effettuato tramite bollettino F24 o bollettino di conto corrente postale.
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