Imprese, critici i dati Istat e Bankitalia sul sistema produttivo italiano

[custom_frame_center shadow=”on”]Imprese in crisi calo della produzione 2013[/custom_frame_center]

Bankitalia e Istat parlano chiaro. Tra produzione in calo e fallimenti in crescita, criticità del sistema e stretta sui nuovi finanziamenti, i dati su produzione industriale e prestiti non sono affatto incoraggianti.

La crisi in numeri

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La produzione di dicembre, secondo i dati dei due enti, ha subito un calo tale da frenare sul nascere la piccola ripresa che si era percepita a novembre. Si parla dello 0.7% in meno, su base annua. Una percentuale che cala ulteriormente (-0.1%) se ci si concentra esclusivamente sul settore manifatturiero. A peggiorare, poi, sono anche le sofferenze bancarie, che a dicembre scorso, per la prima volta, hanno raggiunto oltre 155 miliardi, ovvero 24.6% in più rispetto allo stesso mese del 2012, ed il doppio rispetto al dato del 2010.

Rispetto alla produzione, del resto, il manifatturiero insieme ai comparti farmaceutici, alimentari, metallurgici e pochi altri, ha fatto registrare una sensibile crescita, a dispetto di settori come l’energia e l’attività estrattiva. Un sospiro di sollievo che ha fatto risalire di tre punti la produzione in calo (dal -6.4% dell’anno scorso si è passati al -3%), per un fatturato di 25 miliardi per l’intero sistema.

Cosa si prevede

E tuttavia, secondo il centro studi di Confindustria, la crescita sarà comunque ancora debole nei mesi a venire. Se per gennaio, come ha confermato tanto il centro quanto l’indice Ocse, si stima una percentuale dello 0.3% in più di produzione, per una crescita annua in Italia del 2.6%, il confronto più difficile va fatto con quel 24.4% che distanzia la produzione attuale dal picco precedente la crisi, recuperabile solo con un piano di sviluppo ben più robusto.

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I finanziamenti alle imprese

Per uscire da questa situazione, le ipotesi gravitano per la maggior parte sulla ricerca di nuovi e più forti finanziamenti all’economia, visto il calo del 5.3% a dicembre dei prestiti alle imprese, e quello di oltre 13 punti sulle nuove operazioni di finanziamento registratosi per tutto il 2013.

E’ proprio sui prestiti che la situazione italiana, rispetto alla media europea, mostra tutti i suoi lati più deboli. Considerando i prestiti inferiori al milione di euro, sulle durate brevi la distanza tra Italia e Germania è di 130 punti base, mentre sale a 167 punti per le scadenze tra uno e cinque anni, e raggiunge addirittura i 267 punti per i finanziamenti oltre cinque anni, per i quali gli italiani pagano il 5.52% di tassi d’interesse ed i tedeschi il 2.85%. Un duro colpo per gli investitori, e per il grado di competitività delle imprese nostrane.

Simona Di Michele

Fonti Il Sole 24 Ore