Imu e Tasi, quanti soldi producono le tasse sul mattone

[custom_frame_center shadow=”on”]Imu e Tasi[/custom_frame_center]

Se nel 2012 l’Imu ha determinato un aumento del gettito per l’erario da 9.2 a 24.8 miliardi, e nel 2013 la cancellazione della tassa sulla prima casa ha abbassato a 21 miliardi il totale ottenuto dalle principali imposte sul mattone (insieme alla dote di un miliardo in più ottenuta con la mini Imu), ciò che si ricaverà dalla tassazione immobiliare nel 2014 potrebbe tramutarsi in un ulteriore aumento della liquidità per lo stato.

Tasi, la nuova arrivata

Con la Tasi, il tributo sui servizi indivisibili ad aliquota 1 per mille che sostituisce la Tares, si stima un gettito ulteriore di 3.8 miliardi, che farebbe risalire gli introiti totali a 24 miliardi. Ma poiché i comuni possono decidere di alzare l’aliquota sulla prima casa fino al 2.5 per mille, e fissare al 10.6 per mille la somma di Imu e Tasi sugli altri immobili (ovvero case di lusso, abitazioni sfitte o affittate, alberghi, negozi, capannoni), si può ipotizzare un valore, in termini di entrata statale, ancor più alto. A giocare a favore di questa ipotesi è anche un emendamento dell’esecutivo, atteso a breve, che darà la possibilità ai comuni di aumentare dello 0.8 per mille in più l’aliquota su abitazione principale o altri immobili. La manovra produrrebbe fino a 1.7 miliardi, da utilizzare in parte per l’introduzione di detrazioni sulle prime case che necessitano di tutela, come il 30% di case che non ha mai pagato l’Imu o l’Ici perché di valore catastale più basso.

Cosa ci si aspetta da Imu e Tasi

Se l’obiettivo è il raggiungimento dei 26 miliardi di gettito, con la speranza di poter aumentare ancora il valore di liquidità totale, si capisce perché la combinazione Imu-Tasi viene continuamente ripensata, soprattutto in termini di aliquote. Lo scopo principe dell’aumento sembrerebbe a portata di mano già a partire dal 2015, quando l’aliquota Tasi sull’abitazione principale potrà spiccare il volo fino al 6 per mille.

[banners]

Ovviamente, ogni comune recepirà le nuove disposizioni in autonomia e a seconda della pregressa situazione locale. In un municipio dove, fra il 2012 e il 2013, l’aliquota Imu standard è salita toccando o superando il 10 per mille, è più probabile che per far quadrare i conti i sindaci sfruttino buona parte della leva fiscale prodotta dalla Tasi, soprattutto sull’abitazione principale. Un rischio di aumento per i contribuenti che si può presentare anche nei casi in cui all’aliquota ordinaria alta si è accompagnata l’Imu prima casa al di sopra dei livelli standard, come accaduto a Torino, Milano, Venezia, Bologna, Roma o Napoli.

Il ruolo dei contribuenti

Se la parte del leone la faranno i comuni, le norme su Imu e Tasi prevedono anche piccoli ma significativi spazi di manovra per i contribuenti. Questi ultimi potranno infatti avvalersi della possibilità di estendere le categorie di immobili assimilabili all’abitazione principale. Oltre alle case dei residenti all’estero e a quelle degli anziani lungodegenti, si potranno inglobare le abitazioni concesse in comodato gratuito a figli o genitori, e quelle degli appartenenti alle forze armate e polizia.

Simona Di Michele

Fonti Il Sole 24 Ore