Irpef, più di tre milioni di seconde case dovranno pagarla

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Cosa prevede la legge sull’Irpef per le seconde case

Reintrodotta dalla legge di stabilità per l’anno d’imposta 2013, torna l’Irpef sulle case sfitte, ad uso abitativo, sottoposte all’Imu e che non sono abitazione principale ma rimangono collocate nello stesso comune della prima. Su tali immobili si dovrà verificare, in fase di dichiarazione del 730, se il reddito fondiario (pari al 50%) sia da aggiungere alle altre voci che compongono il reddito complessivo.

I requisiti delle seconde case soggette ad Irpef

Gli immobili interessati dall’Irpef, oltre a dover essere diversi dalla prima casa, non devono essere stati affittati nel 2013 per almeno 15 giorni. Colpite dall’imposta sono poi le case non locate date in uso gratuito ai familiari, gli alloggi inutilizzati e privi di allacciamento alle utenze, e i locali di proprietà condominiale accatastati come abitazione.

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Quanto si paga di Irpef sulle seconde case

Una casa con valore catastale medio basso (500 euro) dovrà pagare – addizionali escluse – dai 60 ai 113 euro di Irpef in base all’aliquota applicata al proprietario se l’abitazione è in comodato, e dagli 80 ai 150 euro se la casa è a disposizione. Il conto sale fino a 300-400 euro se la rendita catastale è più alta.

Il gettito stimato

L’operazione di  reintroduzione dell’Irpef sui secondi immobili non locati dovrebbe aumentare le entrate di stato di quasi 300 milioni di euro su base annua. Una cifra destinata a superare i 500 milioni nel 2014 per la retroattività del tributo.

Simona Di Michele

Fonti Il Sole 24 Ore