La riforma del lavoro secondo il Governo Letta

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[dropcap]E’[/dropcap] una riforma del lavoro che si muove su più fronti quella abbozzata dall’attuale legge di stabilità. Mentre per i lavoratori dipendenti è prevista una rimodulazione delle detrazioni Irpef e degli sconti fiscali per particolari tipi di spese, al pubblico impiego tocca il blocco della contrattazione collettiva per il 2014 ed il congelamento dell’indennità di vacanza contrattuale fino al 2017. Alle imprese si guarda infine attraverso la lente delle riduzioni di premi e contributi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, per un valore pari a 1 miliardo nel 2014, 1.1 miliardi nel 2015, e 1.2 nel 2016.

Lavoratori dipendenti tra detrazioni Irpef e sconti fiscali

Due i cambiamenti che interesseranno le detrazioni Irpef per i lavoratori dipendenti. Il primo è l’aumento del valore base per il calcolo dei coefficienti da applicare alle diverse fasce di reddito (da 1.338 euro attualmente in vigore si passa ai 1.520 euro). Il secondo riguarda la cancellazione degli scalini da 10-50 euro inseriti nel 2003 per far salire le detrazioni per i redditi fra i 24mila e i 28mila euro. Tali manovre saranno determinanti a seconda del reddito lordo dei contribuenti: sotto i 15mila euro annui dichiarati il valore di base salirà, portando un vantaggio in busta paga fino a 15 euro al mese, mentre al di sopra di questa soglia andrà a calare. In entrambi i casi, le fluttuazioni saranno progressive.

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Altro tema su cui si prevede una rimodulazione, ma con effetti ancora incerti, è quello degli sconti fiscali per determinate tipologie di spese giudicate meritevoli di tutela da parte del fisco. L’operazione, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe comportare un abbassamento delle percentuali di sconto: l’attuale 19% in meno sottratto all’Irpef da pagare, e riferito a spese sanitarie, per gli asili nido, e altre uscite simili, rischia di scendere al 18% per i redditi 2013, e al 17% dall’anno prossimo. Un’alternativa potrebbe essere quella di mirare alla cancellazione definitiva delle voci di spesa non più considerate degne di trattamenti di favore, creando un impatto che dipenderebbe dalla situazione del singolo contribuente. Ad esempio per i pensionati, esclusi dall’aumento delle loro detrazioni poiché la rimodulazione riguarda solo i redditi maturati come lavoro dipendente e assimilati, la manovra si tramuterebbe in un aumento delle tasse. Meglio andrebbe alle famiglie con reddito basso e senza oneri detraibili, mentre per quelle che percepiscono un reddito da 25mila euro e che dichiarano oneri detraibili per 3mila, i nuovi sconti sul reddito porterebbero 116 euro all’anno da spendere, di cui 60 rimarrebbero però assoggettati al taglio agli sconti dal 19 al 17%.

Pubblico impiego

Per questo settore la legge di stabilità farà perdurare per il 2014 il blocco della contrattazione collettiva, e fino al 2017 il congelamento dell’indennità di vacanza contrattuale, inglobando sotto questa misura anche il personale medico e convenzionato con il sistema sanitario nazionale. Il tutto per un risparmio di spesa lorda per l’erario pari a 300 milioni per il 2015, e a 440 dal 2016.

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I tempi per riscuotere i trattamenti di fine servizio nei casi di cessazione per raggiungimento dei limiti di età o di servizio, inoltre, subiranno una dilatazione da sei a dodici mesi dalla cessazione. Per quanto riguarda l’indennità di buonuscita, l’indennità premio di servizio, il trattamento di fine rapporto e ogni altra indennità equipollente che fa seguito alla cessazione a vario titolo dall’impiego, il riconoscimento avverrà tramite un unico importo annuale, dall’1 gennaio 2014 e per chi matura i requisiti per il pensionamento a decorrere dalla stessa data, se l’ammontare complessivo della prestazione, al lordo delle trattenute fiscali, è pari o inferiore a 50.000 euro; in due importi annuali se l’ammontare è superiore a 50mila euro ma inferiore a 100mila (con il primo importo pari a 50mila euro ed il secondo al residuo); in tre importi annuali se l’ammontare è uguale o superiore a 100mila euro.
Infine, forze di polizia e forze armate non si vedranno riconosciuto lo straordinario (eccetto per le ore eccedenti il normale orario di servizio giornaliero) per il lavoro svolto durante il riposo settimanale o nel festivo infrasettimanale, mentre gli avvocati della pubblica amministrazione riceveranno compensi ridotti nella misura massima del 50% per i patrocini resi per le cause favorevoli all’amministrazione.

Imprese e lavoro

In riferimento alle aziende, la legge di stabilità prevede che dall’1 gennaio 2014 premi e contributi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (Inail) saranno ridotti di 1 miliardo, che diventeranno 1.1 miliardi nel 2015 e 1.2 nel 2016. L’Inail cofinanzierà la riduzione per metà dell’importo complessivo, ricevendo trasferimenti statali a copertura e a salvaguardia dell’equilibrio finanziario per un totale di 500 milioni l’anno.
Gli effetti sul costo del lavoro per la singola azienda, tenendo conto che la riduzione non comporterà un risparmio superiore all’1-1.5% e che tutto sarà determinato dal modo in cui l’Inail applicherà concretamente la decontribuzione, saranno notevolmente differenti a seconda della dimensione dell’azienda e del valore del premio pagato.

Vincenzo Silvestri, vicepresidente consiglio nazionale ordine dei consulenti del lavoro

Vincenzo Silvestri

Il provvedimento preso – ha sottolineato il vicepresidente del consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro Vincenzo Silvestri – rappresenta solo un segnale, per quanto apprezzabile. Una valutazione che vale un pò per tutta la legge di stabilità nelle parti in cui ha inteso intervenire sul cuneo fiscale”. A lasciare perplessi i professionisti, il mancato utilizzo per ridurre il cuneo fiscale di almeno una parte del tesoretto di 26 miliardi costituito dagli avanzi di gestione Inail. Il ‘bottino’, “alimentato dal contributo delle imprese”, come ha aggiunto Silvestri “conferma l’esistenza di uno squilibrio tra i premi versati e le prestazioni erogate”. L’ordine chiede inoltre da tempo che la tariffa dei premi Inail, che basa l’elaborazione del tasso medio sul triennio di osservazione 1995-97, venga revisionata. “Sono anni che diciamo che questa tariffa, disegnata in un mondo industriale in cui il tasso di rischio era maggiore, va rifatta – ha concluso il vicepresidente – Di fatto per le imprese rappresenta ormai una tassa occulta”.

Simona Di Michele

Fonti Il Sole 24 Ore