Mutui, erogazioni delle banche in aumento

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Se dal 2009 l’erogazione e la domanda di mutui si sono dimezzati, con un differenziale medio applicato fino al 2013 superiore al 3% (anche con picchi di oltre il 5%), oggi sembra che la situazione sia votata alla ripresa. Meno burocrazia, ed uno spread sui mutui che sta pian piano scendendo fanno infatti ben sperare.

Meno spread e più fondi dalle banche

Secondo quanto rilevato da mutui online, ipotizzando un prestito a 20 anni il differenziale medio sui mutui, attualmente, scenderebbe al 2.51% sul variabile, e al 2.64% sul fisso. Le banche, poi, stanno ampliando i fondi per le erogazioni, grazie ad un migliorato accesso al mercato interbancario. Con la conseguenza che gli istituti di credito, nel primo bimestre 2014, hanno potuto erogare mutui per 3.2 miliardi di euro. Il 18.5% in più rispetto allo stesso periodo del 2013.
Ma la dura selezione è ancora alla base del processo di erogazione bancario. I tassi più bassi vengono offerti ai clienti che hanno molto contante da investire sull’acquisto della casa.

Spread banca per banca

Sul calo degli spread non ci sono dubbi, e tuttavia il traguardo dell’1% medio del 2008 e dell’1.3% del periodo precedente la crisi (estate 2011) è ancora molto di là da venire.
Attualmente, il differenziale più basso lo registra Credem (2.1%), seguito da quello offerto da Unicredit (2.25%), ma solo a chi chiede un mutuo non superiore al 50% del valore dell’immobile. Per questa categoria, Intesa Sanpaolo offre il 2.3%, mentre per chi necessita di un finanziamento all’80% la quota più conveniente disponibile è quella del 2.5%, appannaggio di Banco Popolare, Deutsche Bank e Banca Sella.

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Domanda di mutui in aumento

Anche le famiglie sembrano esser tornate stabilmente a richiedere in maniera crescente il finanziamento per l’acquisto di un immobile. A marzo, secondo i dati Crif, si è registrato un progresso del 10% su base annua. Ovviamente pure in questo frangente la crescita del primo trimestre 2014, pari al 9.6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è ancora inferiore di quasi il 50% rispetto al periodo 2009-2011. L’atteggiamento delle famiglie poi, come ha confermato Crif, rimane votato alla prudenza. Lo dimostra l’ulteriore riduzione dell’importo medio richiesto per ciascun contratto a 123.331 euro.

Simona Di Michele

Fonti Il Sole 24 Ore