Permessi sindacali, il taglio rischia di alzare le spese

Cosa prevede il provvedimento sui permessi sindacali

Avviato dall’1 settembre scorso, il decreto firmato dal ministro della pubblica amministrazione Madia ha tagliato del 50% i permessi e i distacchi sindacali statali retribuiti. Con questa manovra, che coinvolge circa mille persone, il governo intende far risparmiare all’erario 10 milioni di euro l’anno, a partire dal 2015.

Quali categorie sono colpite dal taglio dei permessi sindacali

Il dimezzamento dei permessi e dei distacchi sindacali ha coinvolto tutte le sigle sindacali rappresentative ad eccezione di quelle delle forze di polizia e dei vigili del fuoco, e tranne le rsu, ovvero le rappresentanze sindacali unitarie.
A subire le conseguenze più pesanti dei tagli sarà il comparto scolastico. In questo settore si contano circa 480 insegnanti che, perse le prerogative sindacali, torneranno in aula togliendo spazio ai supplenti annuali.

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Cosa sono i permessi e i distacchi sindacali

Ma di cosa si parla quando ci si riferisce a permessi e distacchi sindacali? Le due prerogative pagate ai dipendenti pubblici iscritti al sindacato si differenziano per pochi dettagli. Il [textmarker color=”C24000″]permesso sindacale[/textmarker] consente al dipendente di mancare dal lavoro il tempo utile (ore o giornate) per partecipare alle riunioni nazionali o locali del direttivo sindacale. Per quanto riguarda i [textmarker color=”C24000″]distacchi sindacali[/textmarker], invece, la possibilità di assentarsi dal lavoro è completa per quei dipendenti pubblici che sono impegnati in attività sindacali part time o a tempo pieno.
Sia il permesso che il distacco sindacale equivalgono all’orario di servizio, e vengono per questo retribuiti regolarmente dall’amministrazione. Le uniche agevolazioni non pagate, nei casi di permesso e distacco sindacali, sono gli straordinari ed il salario accessorio previsto quando si svolgono precise mansioni.

Il rischio di aumento delle spese

Ciò che fa temere un aumento – e non un risparmio – delle spese per la pubblica amministrazione a fronte dei tagli dei permessi sindacali è proprio il fatto che agli ex sindacalisti non più coperti dalle prerogative sindacali spetteranno da oggi in poi i pagamenti di indennità quali straordinari, buoni pasto, premi ed eventuali salari accessori.

Che succede quando si perdono i permessi sindacali

[paragraph_left][block]Cosa succede quando si perdono i permessi sindacali[/block][block]Il 31 agosto scorso è stata la data ultima entro cui le associazioni sindacali coinvolte dai tagli hanno dovuto dare comunicazione alle amministrazioni della revoca dei permessi e dei distacchi sindacali non più in vigore.
Perduto il permesso o il distacco sindacale, il dipendente ha diritto a riprendere il [textmarker color=”C24000″]posto di lavoro precedentemente accantonato[/textmarker]. Inoltre, è prevista la possibilità di richiedere il [textmarker color=”C24000″]trasferimento [/textmarker]in un’altra sede della propria amministrazione (se, in quella richiesta, si è svolta attività sindacale e si è stati domiciliati nell’ultimo anno), o in un’altra amministrazione anche di diverso comparto della stessa sede. Coloro che hanno perso i permessi e i distacchi sindacali, infine, mantengono l’[textmarker color=”C24000″]anzianità di servizio[/textmarker] e, se spostati in altre amministrazioni per pieno d’organico, anche il “trattamento economico in godimento all’atto del trasferimento mediante attribuzione ad personam della differenza”.[/block][/paragraph_left]

Fonti Corriere, Il Sole 24 Ore, Panorama, Stampa

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