Redditometro inefficace, ecco perché

Redditometro, controlli ridimensionati

Non sono più 30mila i soggetti su cui è previsto il controllo sotto forma di redditometro. Lo strumento che mira a debellare l’evasione fiscale andrà infatti a verificare la [textmarker color=”C24000″]corrispondenza tra reddito dichiarato e spese sostenute[/textmarker] su una platea ridimensionata, pari a circa 20mila unità. Attualmente, l’agenzia delle entrate ha già invitato al contraddittorio 17mila potenziali evasori.

Quali modifiche sono state apportate al redditometro

Su sollecitazione del garante della privacy, il redditometro ha inoltre subito altre due modifiche non di poco conto. La prima è relativa alla decisione di escludere dall’accertamento, sia in fase di selezione che di contraddittorio, le spese correnti determinate dalla media Istat (come ad esempio quelle riguardanti gli alimenti, l’abbigliamento, i viaggi), per concentrarsi solo su quelle di cui si hanno dati certi.
In base alla seconda decisione presa sul regime del redditometro, il controllo scatta mettendo a confronto la tipologia di famiglia d’appartenenza con i dati dell’anagrafe comunale, e il cosiddetto fitto figurativo, attribuito se non si è a conoscenza della disponibilità di un’abitazione nel comune di residenza, entrerà in scena solo in fase di contraddittorio.

[b_sic_equitalia]

Archivio dei rapporti finanziari più utile per i controlli

Viste le modifiche subite, il redditometro rimarrà efficace quasi esclusivamente quando l’accertamento passerà attraverso l’analisi dei [textmarker color=”C24000″]rapporti finanziari[/textmarker]. Banche ed intermediari hanno già inviato all’agenzia delle entrate i dati dei conti correnti e degli altri rapporti finanziari relativi al biennio 2011-2012. Si tratta di informazioni su titoli, gestioni patrimoniali, carte di credito e debito, e dei saldi d’inizio e fine dei conti correnti.

Come avviene l’accertamento in chiave redditometro dei dati finanziari

L’accertamento tramite redditometro dell’agenzia delle entrate sui dati finanziari raccolti procede con un primo incrocio delle informazioni finanziarie e patrimoniali del soggetto, a partire da quanto già presente nell’anagrafe tributaria. Lo scopo è definire con una prima selezione quali sono le situazioni maggiormente a rischio evasione. Stilate le liste selettive palesemente più sospette, toccherà agli uffici territoriali verificare la presunta evasione, anche tramite lo strumento del redditometro.

Fonti Il Sole 24 Ore

[spacer style=”2″ icon=”9998″]