Saldo Imu e Tasi 2015, quali errori evitare

Verifica aliquote e detrazioni Imu e Tasi 2015

In previsione del pagamento del saldo Imu e Tasi 2015, è fondamentale leggere attentamente la delibera del comune di ubicazione dell’immobile. In tal modo, oltre a conoscere le aliquote applicate, sarà possibile verificare le eventuali detrazioni sull’imposta. Se queste ultime non fossero note, o le si applicassero male perché, ad esempio, non si fa la somma delle rendite delle pertinenze, gli errori che ne conseguirebbero potrebbero determinare sanzioni ed il pagamento di interessi di mora.
In ogni caso, Tasi ed Imu non sono dovute se l’importo non supera i 12 euro (sull’anno e sul contribuente). Ogni comune può poi aver abbassato o alzato il limite, determinando soglie diverse per Imu e Tasi nelle varie città italiane.

Pertinenze

Per quanto riguarda le pertinenze, la regola dell’Imu stabilisce che ad ogni immobile è possibile associare solo una pertinenza tra le cantine (C2), il box o posto auto (C6), e le tettoie (C7), fino ad un massimo di tre. L’errore potrebbe celarsi dietro al fatto che alcune pertinenze, pur se non accatastate separatamente, valgano comunque come valore utile per calcolare l’importo di Imu e Tasi.

Saldo Imu e Tasi 2015

Abitazione principale

In merito al concetto di abitazione principale, va ricordato che ai fini Imu e Tasi è considerabile come principale – e quindi esente dal tributo – una sola casa. Due coniugi con due immobili nello stesso comune di residenza non possono dunque considerarli entrambi come abitazioni principali, pena il rischio di mancato versamento Imu e di innalzamento della Tasi.

Inquilini e Tasi 2015

Per la Tasi sugli immobili affittati, la quota a carico dell’inquilino va verificata con la delibera comunale, e sottratta da quella a carico del proprietario. La quota della Tasi per l’inquilino può oscillare tra il 10% ed il 30%.

Correzioni in caso di errori di versamento

Se si paga troppo per il valore del saldo Imu e Tasi 2015, è possibile chiedere il rimborso al comune, compilando l’apposito modulo o in carta semplice. Per chi ha versato di meno, invece, l’alternativa è quella del ravvedimento operoso. In questo caso, entro i primi 14 giorni dopo il termine del versamento, la maggiorazione è dello 0.2% per ogni giorno di ritardo.
Per chi sbaglia il codice catastale relativo al comune, infine, è possibile fare una correzione tramite domanda di rettifica (se l’errore è del contribuente) o rivolgendosi all’intermediario (se l’errore è della banca o della posta).

Fonti Il Sole 24 Ore

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