Spending review, rischio esuberi per 85mila addetti del pubblico impiego

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piano cottarelli

Carlo Cottarelli

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Rischio esuberi nel pubblico impiego

La chiusura o la razionalizzazione di enti ed amministrazioni, così come ipotizzata dal piano Cottarelli, mette a serio rischio il comparto del pubblico impiego. Da qui al 2016, infatti, la conseguenza più seria riguarderebbe 85mila addetti del settore, che rischiano esuberi per una spesa erariale di 3 miliardi totali. L’alternativa, cioè il ritorno al blocco totale del turn over, comporterebbe invece circa 90mila assunzioni in meno.

Il settore del pubblico impiego, del resto, è stato oggetto di un’ulteriore proposta di legge firmata dal presidente della commissione bilancio della camera Francesco Boccia (Pd), con cui si prefigura un taglio del 6% per gli stipendi superiori ai 60mila euro lordi l’anno, del 7% per quelli superiori a 70mila euro lordi, dell’8% per gli stipendi oltre gli 80mila euro, e del 10% per gli uffici di diretta collaborazione dei ministeri. L’intervento, da realizzare dal 2014 al 2016, mira a garantire l’equilibrio di bilancio, portando ad un risparmio di 2.5 miliardi annui per 16.4% di dipendenti pubblici. Il risparmio sarebbe anche maggiore per società e authority come la banca d’Italia e la Consob.
Sugli stipendi dei dirigenti, infine, il taglio previsto nel triennio sarà di 500 milioni, mentre su quelli percepiti dalla pubblica amministrazione la mannaia reciderebbe oltre 60mila euro.

Tagli alla sanità per circa 3 miliardi

Contro i 10 miliardi ipotizzati tempo fa dal ministro Beatrice Lorenzin, i risparmi ipotizzati dal dossier Cottarelli per il settore sanitario saranno pari a 300 milioni nel 2014, 800 nel 2015, e 2 miliardi nel 2016. Un pacchetto, quello sulla sanità, tutto da decidere insieme alle regioni e ai governatori. Scopo della manovra, come si legge nel rapporto Cottarelli, è far sì che i risparmi riducano la tassazione regionale. Ma si spera che la dote così ottenuta venga usata in maniera più convinta per la riqualificazione del sistema sanitario e per rilanciare gli investimenti fermi.

Riduzione dei trasferimenti alle imprese

I tagli sui trasferimenti alle imprese avanzati dal commissario straordinario ammonterebbero a 3.7 miliardi, di cui 2.11 nel settore della mobilità e della logistica, ed 1 per l’autotrasporto, che in questi ultimi anni ha potuto contare su trasferimenti pari a circa 1.4 miliardi.
La manovra sull’autotrasporto è già stata tentata con scarso successo negli anni passati, ed anzi nell’ultimo triennio il contributo, invece che diminuire, è lievitato. Nel 2011, sono stati trasferiti 226 milioni per lo sconto sulle accise sul gasolio e 368 milioni per le altre agevolazioni (sconti autostradali, riduzione Irpef per piccole imprese, riduzione del bollo auto, ecobonus, ecc.); nel 2012, il contributo era lievitato a 800 milioni, ed il resto delle agevolazioni a 373; il 2013 ha fatto registrare un ulteriore balzo in avanti, per un contributo pari a 850 milioni ed altri aiuti che hanno raggiunto quota 424 milioni.
Ma non sarà solo l’autotrasporto ad essere bersaglio del piano di spending review. Sulla scia dei tagli dei trasferimenti alle imprese, si stanno infatti ipotizzando analoghe misure per il trasporto locale ferroviario e su gomma, che rischia di perdere parte di quello che oggi ammonta a 5 miliardi di trasferimenti statali.

Simona Di Michele 

Fonti Il Sole 24 Ore