Taglio Imu, a rischio gli stipendi dei Comuni

Allarme dai Comuni che lanciano un preoccupante monito al Governo: se non si troveranno fondi per compensare la cancellazione della rata dell’Imu entro domenica, il 30 settembre i sindaci non saranno in grado di pagare i dipendenti. E’ Piero Fassino presidente dell’Associazione nazionale dei comuni a lanciare l’avvertimento al Parlamento chiedendo un intervento urgente affinché si prenda in esame tale problematica che ha necessità di una pronta risoluzione.

E il Premier Enrico Letta si è fatto carico di risolvere tale situazione tanto che al termine del Consiglio dei ministri, ha sottolineato che il Governo “si fa carico delle esigenze dei Comuni e adotterà, agli inizi della prossima settimana, i provvedimenti attuativi necessari ad assicurare le risorse necessarie”. E riguardo la dilazione del bilancio di previsione dei Comuni al 30 novembre, Fassino ha sottolineato un’altra incongruenza: “Si sono dilazionati i termini al 30 novembre ma non quelli di rientro degli anticipi di tesoreria. Se non ci sarà l’erogazione della prima rata Imu, al di là dei problemi di liquidità, sarà inevitabile una dilazione di questi termini”.

Una condizione dunque, quella dei Comuni, sul filo del rasoio tanto che Fassino è intervenuto anche sulla questione dell’Imu 2012 e il sindaco di Torino ha chiesto che i trasferimenti sulla rata Imu 2012 siano inseriti già nella prossima legge di stabilità. Per quanto riguarda la service tax, è stato invece richiesto un confronto auspicando maggiore collaborazione e comunicazione tra Governo ed enti locali. “I Comuni – ha ribadito Fassino – non sono centri di spesa parassitaria, ma sono erogatori di servizi essenziali per i cittadini, dagli asili nido all’assistenza agli anziani. Si tratta di risorse fondamentali per la vita delle persone e delle famiglie”.

Il decreto Imu-Cig ha trovato il disaccordo anche del presidente di Confindustria Giochi, Massimo Passamonti riguardo la definizione agevolata delle maxi-penali sulle new slot considerata “insostenibile”. Secondo Passamonti infatti il 25% dei 2,5 miliardi delle multe ai concessionari (Confindustria giochi propone il 15%) è “assolutamente insostenibile anche dal punto di vista dei bilanci e del conto economico delle aziende: la conseguenza sarebbe la loro chiusura”.

Fonte Il Sole 24 ore