Decreto Imu 2013 e decreto ministeriale con cui far scattare la clausola di salvaguardia per un importo pari a 620 milioni, valore necessario per cancellare le liti contabili con la Corte dei Conti. Sono queste le due manovre che l’esecutivo dovrebbe mettere in campo per cancellare la rata di dicembre dell’imposta municipale. Scadenze temporali su se, come e quando far partire la clausola sono ancora oggetto di confronto politico. Di certo c’è che il conto sarà pagato in primis dalle imprese, attraverso l’aumento di due o tre punti percentuali degli acconti Ires e Irap in scadenza – per il momento – il 2 dicembre. Da gennaio, poi, alla cassa saranno chiamati i contribuenti, a cui verrà sottoposto l’aumento delle accise sui carburanti. Ancora sul tavolo le variabili relative al pagamento dell’Imu su terreni e fabbricati agricoli (opzione che consentirebbe di ridurre da 2.4 a poco più di 2 miliardi la copertura necessaria per cancellare l’Imu prima casa e alloggi popolari), e quella del rimborso ai sindaci dell’Imu, richiesto dai comuni sulla base delle aliquote 2013 e non sui valori 2012 come finora ipotizzato dall’esecutivo.
Il nodo gordiano delle coperture
Il decreto Imu sull’abolizione del saldo vale circa 2 miliardi. Ed è demandato all’incontro tecnico all’economia di oggi il confronto su come reperire le necessarie coperture.
La ricerca della liquidità, a cui i tecnici hanno risposto con un’ulteriore ipotesi di lavoro fondata su un accertamento degli aumenti Imu del 2013 che sarebbero poi erogati davvero solo nel 2014, si aggrava con la difficoltà di reperire le risorse con cui rimborsare i sindaci. A tale problema, anche la commissione finanze della Camera cerca di porre rimedio con una risoluzione a firma del democratico Gian Mario Fragomeli. Secondo la risoluzione proposta, si potrebbero rendere efficaci per il saldo solo le aliquote pubblicate entro oggi, rimandando a giugno dell’anno prossimo l’eventuale conguaglio con i nuovi valori decisi dall’amministrazione. Con le regole attuali, invece, i comuni possono pubblicare le aliquote fino al 9 dicembre, dando così solo cinque giorni lavorativi di tempo ai contribuenti per pagare.
La clausola di salvaguardia
A dare una mano potrebbe essere proprio la clausola di salvaguardia, con cui a coprire la posta in gioco (ovvero i 620 milioni necessari per cancellare le liti contabili con la corte dei conti) sarebbero chiamate banche e assicurazioni con i maxi acconti ed il nuovo acconto del 100% dell’imposta sostitutiva pagata da istituti di credito ed intermediari finanziari sul risparmio amministrato. Coprendo i 620 milioni, l’esecutivo avrebbe così a disposizione circa 340 milioni già versati sul conto dell’economia dai sei concessionari che hanno aderito versando il 30% delle multe comminate dai giudici contabili.
Simona Di Michele
Fonti Il Sole 24 Ore
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