Secondo il bollettino che è stato diramato ieri dal Mef, per quanto riguarda l’acconto dell’IMU si è parlato della bellezza di 9 miliardi di euro. Ovviamente, come più volte ricordato, questa prima rata dell’IMU è stata pagata soltanto da cittadini e imprese su seconde (ma anche terze, quarte e potremmo andare avanti a iosa) abitazioni e sugli immobili di lusso.
Le entrate in questi primi mesi del 2013 sono state pari a 197,029 miliardi, quindi il +3,1% (+5,89 miliardi) rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. Quindi non solo IMU, ma anche imposte dirette, Iva e la lotta all’evasione fiscale.
Quel che al momento interessa maggiormente è l’acconto dell’IMU. Nonostante il governo non abbia ancora trovato una soluzione alternativa al pagamento dell’IMU sulla prima abitazione, avendo rimandato il tutto a dopo le ferie, nelle casse dello Stato sono entrati la bellezza di 9 miliardi di euro come acconto della prima rata pagabile entro il 17 giugno scorso e rivolta a tutti coloro i quali non hanno potuto beneficiare della sospensione del pagamento disposta dal Governo Letta. Quindi i proprietari di seconde e terze case, di immobili di lusso e di imprese.
Di questi 9 miliardi totali, ben 7,2 miliardi sono finiti nelle casse dei vari comuni d’Italia. A questo andrebbe aggiunta la maggiorazione di 0,3% autorizzata dai sindaci sugli immobili D. Una buona percentuale in più, pari a 1,6 miliardi di euro (pari a +28,9%) che è stata deliberatamente decisa dai comuni, in quanto sono stati questi a deliberare le rispettive aliquote. Quindi i pagamenti non sono stati effettuati sulla base delle aliquota statale (0,76 per cento) come era accaduto nel 2012.
Quel che resta, cioè i 1,8 miliardi, sono i pagamenti dalle imprese all’Erario su capannoni, alberghi e fabbriche così come prevedeva la legge di stabilità per il 2013.