Mini Imu, maxi complicazioni

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E’ una lotta contro il tempo quella che l’esecutivo sta intraprendendo per cercare le coperture aggiuntive utili ad evitare la mini Imu di gennaio. Una battaglia che si preannuncia indispensabile, viste le complicazioni che derivano dai mini versamenti. Le somme in gioco, mediamente leggere, coinvolgono un pubblico molto vasto, pari attualmente a 2.375 comuni (ma l’elenco può allungarsi fino al 9 dicembre): assoggettati alla mini imposta sono sia i comuni che hanno alzato l’aliquota nel 2013, sia quelli che avevano effettuato la stessa scelta nel 2012.

Il calcolo e la consulenza

La prima complicazione legata alla mini Imu riguarda il suo conteggio. I contribuenti sono infatti chiamati a calcolare sia l’imposta ad aliquota standard che quella determinata dai parametri reali decisi o confermati dal comune di residenza nel 2013. Successivamente, per capire quanto è necessario versare, va conteggiato il 40% della differenza fra l’imposta effettiva e quella standard.
Per coloro che, incerti sulla correttezza dei propri calcoli, preferiscano affidarsi ad un commercialista o ad un Caf, si affaccia poi un ulteriore problema. Chiedere aiuto ad un professionista o ad un centro di assistenza fiscale, proprio nel periodo più caldo dovuto alle scadenze di dicembre e gennaio, rischia infatti di costare una somma vicina – quando non superiore – alla mini Imu da versare.

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Le categorie ‘cangianti’

Da non sottovalutare i casi di quelle categorie di immobili che hanno subito più volte variazioni nei confronti delle regole Imu applicate loro nel corso del 2013. Come gli immobili rurali, che hanno vissuto un’evoluzione normativa parallela a quella delle case principali, tanto che ora la mini Imu scatterebbe nei comuni che hanno previsto, nel 2013 oppure già dal 2012, un’aliquota ordinaria superiore al 7.6 per mille. O come gli immobili dei militari, che rischiano di essere interessati da un doppio conguaglio: il primo, il 16 dicembre, per ricalcolare l’imposta dovuta nel primo semestre se l’aliquota è cambiata quest’anno; il secondo, il 16 gennaio, secondo le regole generali della mini Imu.

I problemi dovuti al fisco

Anche le regole generali della riscossione potrebbero entrare a gamba tesa sui mini pagamenti. Una quota dell’imposta rischia infatti di non essere mai incassata per via di due normative interne al fisco, ovvero quella per cui sotto i 12 euro i versamenti sono azzerati, e l’altra secondo la quale il comune non può avviare un’azione di accertamento nei confronti dei debitori di cifre inferiori a 30 euro.

Nessuna autonomia per i sindaci

Nonostante alcuni primi cittadini abbiano dichiarato di voler esentare i residenti del proprio comune dai versamenti (anche per evidenti vantaggi politici che un’azione simile comporterebbe), al momento non hanno facoltà di farlo, visto che il decreto non prevede una simile autonomia. Qualora i sindaci proseguano su questa linea, dunque, il rischio per loro è quello di essere chiamati a rispondere di danno erariale, perché non hanno raccolto un’imposta prevista dalla legge.

Sovrapposizione di date

Secondo il decreto dell’esecutivo, il pagamento della mini Imu va effettuato entro il 16 gennaio. Molti centri di assistenza fiscale hanno già confermato che non riusciranno ad effettuare in tempo tutti i calcoli, visto che per il 16 gennaio sono previste in contemporanea anche la prima rata della Iuc (l’imposta unica comunale 2014) e, in molti comuni, il saldo Tares. Un tempismo imperfetto che rappresenta l’altro punto a sfavore del mini versamento.

Simona Di Michele

Fonti Il Sole 24 Ore