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[dropcap]F[/dropcap]abbricati e terreni agricoli, a cui era stato sospeso l’acconto di giugno, potrebbero tornare a pagare l’Imu. E’ questa una delle ipotesi al vaglio del governo per reperire i 2.4 miliardi utili per cancellare il saldo di dicembre dell’imposta municipale. La manovra permetterebbe di reperire 347 milioni che, insieme ad altre coperture studiate dal ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni e dagli stessi tecnici di via XX Settembre a partire dall’incontro in programma oggi, cercheranno di tener fede all’impegno politico assunto dal Governo nell’evitare la seconda rata di dicembre.
Nuova copertura dalla rivalutazione delle quote Bankitalia?
Se per lo stesso Saccomanni la strada della cancellazione dell’Imu è irta di ostacoli, il diktat della maggioranza pare inarrestabile, tanto che il vicepremier Angelino Alfano, in merito ai dubbi sulla sospensione definitiva dell’imposta, si è mostrato certo di fronte al suo partito che l’abolizione della rata di dicembre si farà. E’ stato lo stesso Pdl, del resto, ad avanzare una nuova ipotesi di intervento, legata alla rivalutazione delle quote Bankitalia per un gettito aggiuntivo tra i 700 milioni e 1 miliardo di euro. L’operazione, ancora in fase di completamento, dovrà poi attendere il via libera della Bce per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse reperite. Senza dimenticare che a far allungare i tempi sarà anche la norma sulla rivalutazione d’impresa, che dovrà accompagnare quella sulle quote Bankitalia. La norma, presente nel decreto della legge di stabilità e riferita a tutti i contribuenti che vedranno i beni d’impresa soggetti a rivalutazione al 12 o al 16%, potrà infatti entrare in vigore con la stabilità soltanto il 1 gennaio, mentre quella sulle quote Bankitalia, per produrre un effetto veramente efficace sulla copertura Imu, dovrebbe essere operativa già entro la fine di quest’anno.
Le altre ipotesi
Tra le valutazioni già fatte per coprire la cancellazione dell’Imu, la parte da leone continua a farla l’aumento dal 101% al 116% degli acconti Ires e Irap di fine novembre dovuti dalle banche. In tal modo la somma racimolabile sarebbe pari a circa 1.5 miliardi, ovvero gran parte della compensazione necessaria, che ricadrebbe sulle spalle degli istituti di credito. Oltre ai già citati 300 milioni ottenibili dalla cancellazione dell’esenzione per i beni agricoli (che farebbero salire a 1.8 miliardi la dote recuperata), i rimanenti 600 milioni potrebbero essere scovati estendendo ulteriormente la categoria delle case di lusso, rimaste fin da subito escluse dall’esenzione. In questo caso, oltre ad un ostacolo politico, si dovrebbe ragionare su cosa definire casa di lusso al di là degli immobili già classificati come A1, A8 e A9. La caccia alle coperture potrebbe infine guardare al mondo delle assicurazioni (in particolare alla cancellazione dell’esenzione Irpef oggi prevista sui rendimenti riconosciuti con il decesso del contribuente prima della scadenza della polizza), e ai nuovi aumenti delle imposte di bollo e di registro.
Simona Di Michele
Fonti Il Sole 24 Ore