La proroga al 16 giugno 2014, senza sanzioni e interessi, per chi deve sanare gli errori sul versamento del saldo Imu del 2013, è a prova di panico. Un piccolo correttivo di fronte alla grande confusione creata con le modifiche alle aliquote locali che hanno generato non pochi errori di calcolo del debito. Ma in merito alla seconda rata dell’Imu 2013, anche chi non ha versato nulla può rimediare. Tramite lo strumento del ravvedimento, e una spesa contenuta, il versamento può essere infatti effettuato anche dopo molti giorni, e senza conseguenze troppo gravi. In termini di costo, la manovra non peserà in modo incisivo, visto che dall’1 gennaio 2014 gli interessi legali saranno ridotti dal 2.5% annuo all’1%, secondo quanto disposto dall’articolo 1 del decreto del ministero dell’economia e delle finanze del 12 dicembre 2013.
[banners]Cosa prevede il ravvedimento
Secondo il decreto in materia, per sanare i mancati versamenti del 2013 attraverso il ravvedimento nel 2014, si dovranno applicare le due misure del 2.5% fino al 31 dicembre 2013, e dell’1% dall’1 gennaio 2014.
Se, ad esempio, un contribuente non ha pagato entro ieri il saldo Imu 2013 per un importo di 2.500 euro, tramite il ravvedimento lungo può farlo entro la data di presentazione della dichiarazione relativa all’anno in cui è stata commessa la violazione (nel caso dell’Imu 2013, entro il 30 giugno 2014), con una sanzione aggiuntiva del 3.75%. Il contribuente che eseguirà il versamento il 16 giugno 2014, con un ritardo di 182 giorni, si troverà così a versare, in unica soluzione, 2.500 euro per l’Imu dovuta, 93.75 euro di sanzioni (ovvero il 3.75% di 2.500), 14 euro di interessi (pari al 2.5% annuo per i quindici giorni di ritardo fino al 31 dicembre 2013, e all’1% per i 167 giorni di ritardo fino al 16 giugno 2014). La somma versata in totale, in tal modo, sarà pari a 2.607,75 euro.
Simona Di Michele
Fonti Il Sole 24 Ore