Imu e Tasi 2015, come verificare le aliquote comunali
Oggi i contribuenti italiani sono chiamati a versare la prima tranche di Imu e Tasi 2015. Per capire quanto si paga d’acconto per le tasse immobiliari 2015, il passo iniziale è quello di verificare se il proprio comune di residenza ha deliberato nuove aliquote e detrazioni, o se i riferimenti rimangono quelli del 2014. Il controllo è molto semplice. Basta consultare le delibere comunali pubblicate sul sito delle finanze.
Aliquote Imu e Tasi 2015
Qualche stima sui comuni che hanno variato le aliquote 2015 per Imu e Tasi si può già fare. Bologna, ad esempio, ha deliberato nuove aliquote per la Tasi 2015, che è salita[textmarker color=”C24000″] dal 3.3 al 4.3 per mille[/textmarker]. Napoli, invece, mantiene l’aliquota Imu al [textmarker color=”C24000″]10.6 per mille[/textmarker] su seconde case e altri immobili, e l’aliquota Tasi prima casa al 3.3 per mille con detrazione annuale di 150 euro per le case con rendita catastale fino a 300 euro, e detrazione annuale di 100 euro per quelle con rendita catastale oltre i 300 euro. Anche Genova non ha variato i riferimenti d’aliquota. Quella Imu è sempre allo 0.96% su tutti gli immobili, e quella Tasi sulle prime case permane al 3.3 per mille. A Roma e a Milano, le aliquote Tasi sono congelate al 2014 per le prime case (2.5 per mille) e per i fabbricati rurali (1 per mille). Nel capoluogo lombardo, poi, sull’Imu 2015 vige un’aliquota base del 10.6 per mille.
In generale, se il proprio comune di residenza non varia le aliquote e le eventuali detrazioni, entro oggi si deve versare il 50% dell’importo complessivo versato nel 2014. Al contrario, se il comune ha apportato delle modifiche, il contribuente può decidere se pagare subito in base ai nuovi importi o se versare l’acconto con le aliquote 2014 e poi saldare [textmarker color=”C24000″]il resto entro il 16 dicembre prossimo[/textmarker].
Calcolo e codici tributo per acconto Imu e Tasi 2015
Per il calcolo dell’acconto Imu e Tasi 2015, si deve partire dalla rendita catastale, rivalutata del 5%, e moltiplicare il risultato per i coefficienti catastali degli immobili. A questo valore vanno infine applicate le aliquote Imu e Tasi del proprio comune, sottraendo le eventuali detrazioni.
In fase di pagamento, e dunque di compilazione dell’F24, è necessario poi conoscere i relativi codici tributo. Per la Tasi, tali codici sono il 3958 (prima casa e pertinenze), il 3959 (fabbricati rurali strumentali), il 3960 (aree fabbricabili) e il 3961 (altri fabbricati). Per l’Imu, invece, i riferimenti sono il 3912 (prima casa e pertinenze), il 3914 (terreni), il 3916 (aree fabbricabili), il 3918 (altri fabbricati), il 3925 (immobili ad uso produttivo allo stato) e il 3930 (immobili a uso produttivo al comune).
Sanzioni per chi paga Imu e Tasi 2015 in ritardo
Se non si paga o si ritarda il versamento di Imu e Tasi sforando il termine del 16 giugno, è possibile rimediare con l’applicazione di un 30% in più, oppure optare per il ravvedimento.
Nello specifico, la procedura del ravvedimento prevede la possibilità di versare l’imposta entro quattordici giorni dalla scadenza (con una sanzione dello 0.2% giornaliero del valore dell’imposta e gli interessi giornalieri calcolati sul tasso di riferimento annuale, che per quest’anno è dello 0.5%), oppure dal quindicesimo al trentesimo giorno di ritardo (con una sanzione del 3% dell’importo e gli interessi giornalieri), o ancora dopo il trentesimo giorno di ritardo fino al novantesimo (pagando una multa del 3.33% dell’importo più gli interessi giornalieri), o infine dopo il novantesimo giorno di ritardo ed entro i termini di presentazione della dichiarazione relativa all’anno in cui è stata commessa la violazione (con una sanzione fissa del 3.75% dell’importo più gli interessi giornalieri).
Fonti Blasting News, Business Online, La Stampa
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