Rischio d’aumento di un punto per mille per l’aliquota Tasi sulla prima casa (dal 2.5 al 3.5 per mille) e per il tetto massimo dell’Imu sugli immobili diversi dall’abitazione principale (dal 10.6 all’11.6). Un innalzamento che, per andare incontro alle famiglie, dovrebbe essere comunque collegato ad una serie di detrazioni simili a quelle già previste per l’imposta municipale. E’ quanto dovrebbe mettere in campo l’esecutivo per venire incontro ai sindaci italiani. Ma con la dovuta prudenza, soprattutto da parte del nuovo centro destra. “Vedremo come sarà la stesura definitiva della legge di stabilità e poi ci confronteremo anche con le richieste dei comuni” ha evidenziato il ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi, rimandando a gennaio qualsiasi approfondimento in merito alle proposte dei comuni e agli strumenti per finanziarle.
Aumento Tasi, cosa si prevede
Nelle prossime settimane, quando la norma salva comuni verrà stilata su carta, si capirà in che modo il premier Enrico Letta ed il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni saranno più o meno propensi ad assecondare le richieste dell’Anci. Per ora, pare confermata la proposta del ministro degli affari regionali Graziano Delrio di aumentare da 500 milioni ad almeno 1.3 miliardi il finanziamento ai municipi per le detrazioni Tasi a favore delle famiglie. Una manovra che, viste la difficoltà di reperire risorse aggiuntive, potrebbe essere messa in atto solo al prezzo di un innalzamento delle aliquote del tributo sui servizi indivisibili.
Un ritocco verso l’alto che non riguarderebbe solo il passaggio dal 2.5 al 3.5 per mille del tetto della Tasi prima casa, ma anche quello di un punto per mille in più sugli altri immobili, dalle seconde case in su, per le quali si arriverebbe dal 10.6 all’11.6 per mille.
[banners]L’opinione dell’Anci
A fronte dell’autonomia sui passaggi delle aliquote i comuni potrebbero, grazie al doppio aumento su Tasi e Imu che garantirebbe tutti gli 1.5 miliardi richiesti dall’Anci, introdurre detrazioni per la prima casa sul modello di quella da 200 euro relativa all’Imu. L’intera manovra è vista con favore dallo stesso presidente dell’Anci, Piero Fassino, che l’ha definita un “significativo passo in avanti per evitare una riduzione di risorse che metterebbe in causa la possibilità per i comuni di continuare a erogare servizi essenziali per i cittadini”. All’azione si passerà in ogni caso dopo Natale, probabilmente con un emendamento ad uno dei primi provvedimenti utili, ovvero il decreto legge Imu-Bankitalia, o il milleproroghe che il consiglio dei ministri dovrebbe mettere in atto venerdì 27 dicembre.
Simona Di Michele
Fonti Il Sole 24 Ore