Il saldo IMU lo pagheranno le Banche

[custom_frame_center shadow=”on”] Imu e legge di stabilità in Parlamento
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Aumento di più del 110% degli acconti Ires e Irap dovuti dalle banche come copertura possibile per circa 1.2 miliardi, ovvero la metà della liquidità necessaria a cancellare la seconda rata Imu in scadenza il 16 dicembre prossimo. E’ questa l’ipotesi al vaglio del governo sull’imposta municipale, secondo quanto stimato dai due relatori alla manovra Giorgio Santini (Pd) e Antonio D’Alì (Pdl) in previsione della scadenza degli emendamenti da depositare in commissione bilancio in Senato alle 8.30 di giovedì prossimo. La proposta sull’Imu si affianca alle valutazioni in corso d’opera su come reperire gli ulteriori 2 miliardi per la legge di stabilità.

Imu cancellata?

Gli istituti di credito potrebbero vedersi aumentare, anche oltre la soglia del 110%, gli acconti Ires e Irap di fine novembre allo scopo di coprire la seconda rata Imu. Per ridurre di ulteriori 300 milioni il conto delle risorse da recuperare, poi, l’esecutivo sta ragionando sull’idea di escludere dall’esenzione Imu di dicembre i terreni e i fabbricati agricoli. La decisione definitiva sull’imposta municipale potrebbe essere presa già entro questo fine settimana, permettendo di conseguenza di entrare nel vivo del confronto sulla legge di stabilità.

Legge di stabilità: crescita

Ammonta ad almeno 1 miliardo l’anno la liquidità che, all’interno della legge di stabilità, si vorrebbe mettere in campo per incentivare la crescita. Tra le proposte del Pd in tal senso (e con l’obiettivo di aumentare la dote della manovra di almeno 2 miliardi per includervi anche interventi su cuneo fiscale e casa), l’emissione di titoli di stato destinati solo allo sviluppo, ad esempio per finanziare il credito di imposta sulla ricerca. Oltre alla volontà, nel triennio, di aumentare di più del 50% le risorse utilizzate attualmente per finanziare la spesa in conto capitale (risorse pari oggi ad 1 miliardo, ovvero il 25% dei 4 miliardi disponibili nelle casse comunali per sostenere gli investimenti), non mancano valutazioni sull’allentamento del patto di stabilità interno, sulla riduzione dei vincoli del cofinanziamento, e sulla liquidazione dei debiti della pubblica amministrazione già nel primo semestre del prossimo anno per fornire liquidità alle imprese e all’intero sistema produttivo. La crescita, come ha sottolineato il relatore Santini, rimane prioritaria anche alla luce dell’allarmante dato comunicato ieri dall’Istat sul pil nel 2014, pari allo 0.7% e non all’1.1%, come invece aveva indicato il governo.

Legge di stabilità: cuneo fiscale

Sul costo del lavoro l’idea rimane quella di ampliare il taglio al cuneo fiscale riducendo il numero di beneficiari, al fine di assicurare un intervento più incisivo sugli stipendi dei lavoratori. Tra le altre ipotesi in ballo, quella di ampliare gli sgravi fiscali per i meno abbienti. In questo caso, visti i maggiori costi richiesti e l’estensione del beneficio anche ai pensionati, la manovra andrebbe spalmata nel triennio e verrebbe attuata in alternativa all’aumento delle detrazioni Irpef.

Legge di stabilità: casa

Sul tema casa il relatore del Pdl D’Alì ha sottolineato non solo la necessità di revisionare il tetto massimo della Tasi (pari al momento al 2.5 per mille), ma anche quella di imporne uno alla tassa sui rifiuti, la Tari, per garantire “un argine alle spese dei comuni”. In merito al reperimento di nuove risorse, D’Alì conferma l’esigenza di tagli di spesa non lineari, che mirino alle amministrazioni centrali e periferiche: “Possiamo ridurre gli enti intermedi, o anche gli enti come gli ex Iacp (istituti autonomi per le case popolari, ndr) riconducendoli agli enti locali, con una maggiore economia di scala e una maggior capacità di governo territoriale”. E’ infine del presidente della commissione bilancio alla Camera Francesco Boccia (Pd) l’idea di rilanciare la web tax per il recupero di nuove risorse. Con questa manovra si introdurrebbe l’obbligo per chi vende prodotti in Italia di farlo online rivolgendosi solo ad un operatore con partita Iva italiana.

Simona Di Michele

Fonti Il Sole 24 Ore