Trise, ecco quanto costa la nuova imposta sulla casa

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[dropcap]A[/dropcap]umento del 72% per le prime case, e del 19% per le seconde case sfitte. Sono queste le stime sulla tassazione immobiliare secondo l’associazione nazionale dei costruttori (Ance). Cifre che sembrano smentire nettamente la rassicurazione dell’esecutivo sugli sgravi fiscali previsti dalla legge di stabilità, e su cui si spera che il Parlamento avvii un confronto in grado di presentare alle famiglie un conto il meno salato possibile.

Le simulazioni dell’Ance

Se, come prevede la legge di stabilità, il gettito complessivo dovrà aumentare di 508.1 milioni nel 2014, e di 297.4 milioni nel 2015, i cittadini si troveranno giocoforza a pagare di più. E’ da questa premessa che l’Associazione Nazionale dei Costruttori è partita per motivare le percentuali di aumento stimate a seguito delle nuove disposizioni in materia di tassazione immobiliare. Per spiegare la crescita del 72% di tasse sulle abitazioni principali, l’Ance ha preso ad esempio un appartamento semicentrale di 60 metri quadri a Roma, che nel 2013 ha pagato 168 euro di Tares. Nel 2014, lo stesso appartamento si troverà a pagarne 290 di Trise, divisi tra la componente rifiuti (Tari) e la componente servizi (Tasi). Se si passa alle seconde case sfitte, poi, ai tributi principali (Imu, Tari e Tasi) va aggiunta l’Irpef al 33% di aliquota. E dunque, per la stessa tipologia di immobile dell’esempio precedente ma considerata come seconda casa sfitta, il proprietario si troverà a pagare un 19% di tasse in più, ovvero da 1.652 a 1.970 euro. Senza dimenticare la complicazione dovuta alla divisione con gli inquilini per il 10-30% della quota totale. Il quadro fornito dall’Ance, dunque, offusca le dichiarazioni di garanzia date dal governo sul fatto che la nuova Tasi non avrebbe gravato sui contribuenti italiani più della somma di Imu e Tares.

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Botta e risposta tra costruttori ed esecutivo

La Trise è un sicuro disincentivo all’investimento immobiliare

, ha tuonato alla luce dei numeri il presidente dei costruttori Paolo Buzzetti, seguito a ruota dal segretario generale di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, secondo il quale

non viene rispettato l’impegno del governo a un alleggerimento del carico tributario sugli immobili o, almeno, a un mancato aumento dello stesso

Dichiarazioni pesanti, a cui l’esecutivo ha risposto per bocca del sottosegretario all’economia Pierpaolo Baretta (Pd):

Il fatto che mettiamo un miliardo sul tavolo per far sì che i comuni non aumentino l’aggravio per i cittadini

– ha ribadito Baretta –

va preso in considerazione

Ma all’interno della stessa maggioranza le voci non sono unanimi. Il senatore Federico Fornaro propone di introdurre

un sistema di detrazioni e franchigie sul modello di quelle già esistenti

mentre dubbi sono stati sollevati dai tecnici del Senato sul fatto che l’arrivo della nuova imposta locale su rifiuti e servizi indivisibili potrebbe indurre i contribuenti a

“particolare cautela, rimandando in parte gli interventi di riqualificazione energetica e ristrutturazione

La Trise, insomma, potrebbe mettere a rischio anche il ricorso all’ecobonus.

A spingere verso una rimodulazione della Trise anche il relatore in commissione bilancio del Senato al decreto legge stabilità Giorgio Santini (Pd), secondo il quale la legge di stabilità deve essere

irrobustita per la parte che riguarda lo sviluppo e sul tema dell’equità sia per quanto riguarda il cuneo che le detrazioni sulla casa

Il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni, dal canto suo, difendere le scelte dell’esecutivo in materia di riduzione della pressione fiscale, tornando a parlare dei 16.5 miliardi di sgravi fiscali previsti per il triennio 2014-2016. Saccomanni ha aggiunto che questi sgravi

rendono possibile l’avvio di un processo di graduale riduzione della pressione fiscale

Allo stesso tempo, però, il ministro ha sottolineato che

sui conti pubblici siamo costretti ad agire con grande prudenza. Abbiamo di fronte un sentiero stretto: dobbiamo utilizzare le risorse disponibili per dare il massimo supporto all’economia, mantenendo quella prudente gestione della finanza pubblica”

Anche il premier Enrico Letta, in merito alle detrazioni sulla casa e sul cuneo fiscale, ha confermato che

sono le cose di cui in Parlamento si dovrà discutere

Simona Di Michele

Fonti Il Sole 24 Ore, Quotidiano Net