Riforma del catasto, cosa si prevede
Non entrerà a pieno regime prima di cinque anni, ma la riforma del catasto inciderà profondamente sulle modalità di calcolo del valore catastale degli immobili.
Prima fase, il censimento
Si partirà con il censimento dei quasi 62 milioni di immobili presenti in Italia. Una procedura lunga ma fondamentale, che aiuterà a far chiarezza su quanti e quali fabbricati sono localizzati nel nostro paese, compresi quelli ancora sconosciuti alle entrate.
Ridefinizione delle commissioni censuarie
[paragraph_left][block][/block][block]Alla fine del censimento, la riforma del catasto proseguirà con la ridefinizione dei compiti spettanti alle commissioni censuarie. Questi organismi collegiali, costituti da esperti professionisti, fungono da revisori dei criteri per definire gli estimi catastali, ovvero il valore degli immobili.Ogni provincia farà affidamento su una commissione censuaria, per un totale di 106 commissioni attive, formate da 6 membri e 6 supplenti. Le nomine passeranno attraverso il tribunale, e i prescelti saranno rappresentanti di enti come il fisco, le associazioni di categoria e gli ordini professionali.[/block][/paragraph_left]
Catasto, come cambierà la rendita catastale
A determinare il valore catastale di un immobile non sarà più il numero dei vani, ma la [textmarker color=”C24000″]superficie[/textmarker]. Nello specifico, si dovrà moltiplicare il valore di mercato per metro quadro per tutta l’area dell’immobile. Ad influenzare il calcolo, poi, saranno la zona d’ubicazione e lo stato di conservazione.
Modificare in tal modo gli estimi catastali significherà incrementare il valore di molti immobili, in alcune zone finanche del 180%. Con il rischio, tra l’altro, di far impennare le tasse per i possessori.
Decreto sblocca Italia per l’edilizia
La new entry in ambito immobiliare, oltre alla riforma del catasto, è il più recente decreto sblocca Italia, finalizzato a rilanciare edilizia ed investimenti sulle opere pubbliche tramite una generale semplificazione degli interventi di ristrutturazione e l’opportunità di modificare la destinazione d’uso degli immobili.
Niente più titoli edilizi per accorpare o dividere casa
Votato alla facilitazione, il decreto promosso dal governo Renzi rende più snelle le procedure svincolando dall’obbligo di richiedere veri e propri titoli edilizi. Sarà infatti sufficiente segnalare al comune l’avvio dei lavori, allegando alla comunicazione progetto esecutivo e relazione tecnica di un professionista. Con tale documentazione, e qualora non si andassero ad intaccare la volumetria o la destinazione d’uso dell’immobile, si potrà procedere con la divisione o la fusione dei vani di una casa.
Cambio di destinazione d’uso
Se non si stravolge la superficie del fabbricato, gli si potrà modificare [textmarker color=”C24000″]destinazione d’uso[/textmarker] all’interno della stessa categoria in cui è classificato. Secondo le disposizioni del decreto, sono quattro le classi che identificano gli immobili: residenziale e turistico-ricettiva; produttiva e direzionale; commerciale; rurale. Cambiare destinazione d’uso si può, a patto che sia entro una stessa categoria.
Per rilanciare ristrutturazioni ed interventi straordinari di pubblica utilità da realizzare nel quartiere, inoltre, saranno resi possibili permessi eccezionali per creare nuove destinazioni d’uso. Il comune riceverà la metà del valore di ogni variante urbanistica in deroga o con cambio di destinazione.
Cosa va denunciato al catasto
Se si effettua una fusione o una divisione dei vani di un immobile non sarà obbligatorio effettuare l’aggiornamento in catasto, perché la comunicazione sarà inviata direttamente dal comune. Dovrà invece passare per il catasto, entro trenta giorni dal termine dei lavori, ogni correzione che modifichi la rendita catastale.
Cos’è il catasto
[paragraph_left][block][/block][block]Le nuove disposizioni di legge possono essere comprese con più facilità se si hanno chiari tutti i soggetti interessati. E dunque, quando si parla di catasto è bene tener presente che ci si riferisce ad un [textmarker color=”C24000″]registro [/textmarker]dove vengono elencati e descritti i dati relativi al luogo, al nome del proprietario, e alla rendita catastale di un immobile. Tale strumento di registrazione facilita il calcolo delle imposte da versare su quegli stessi immobili.[/block][/paragraph_left]
Perché il catasto non è probatorio
A differenza della conservatoria, il catasto non ha valore di prova legale di [textmarker color=”C24000″]reale proprietà[/textmarker]. Quanto iscritto in catasto circa il possesso di un immobile, quindi, non ha valore di certificazione.
Cosa fare se il nome del proprietario di un immobile non è aggiornato
Di fronte al caso di un mancato aggiornamento del nominativo del possessore di un immobile, l’unica strada è quella di richiedere una voltura catastale che corregga ed aggiorni le informazioni. Con questo metodo si registra al catasto che, per una compravendita, una donazione, un decreto giudiziario o altro, l’immobile è stato trasferito di proprietà ad un altro soggetto.
Cosa fare se i dati catastali non sono corretti
La voltura catastale non va confusa con la correzione di visura catastale, tramite la quale si eliminano eventuali errori registrati nel catasto relativi all’ortografia dei dati del proprietario dell’immobile (nome, cognome, data e luogo di nascita, codice fiscale, indirizzo), o dei dati catastali veri e propri (indirizzo, numero civico, piano, numero vani).
Cos’è la meccanizzazione del catasto
Nel 1973 i dati catastali sono stati meccanizzati, ovvero resi gestibili da supporti magnetici e, dunque, digitali. Tutto ciò che è antecedente alla data di meccanizzazione non può essere reperito online ma direttamente recandosi presso gli archivi cartacei del catasto.
Cosa significa che i dati catastali sono stati soppressi
Foglio, particella o subalterno di un immobile possono subire delle variazioni nel corso del tempo. I dati originali, in questo caso, sono stati soppressi e ne hanno generati di nuovi.
Ci si trova di fronte a dati catastali soppressi, ad esempio, qualora un terreno diventi un fabbricato perché dichiarato edificabile, o due appartamenti vengano fusi creando così un nuovo dato catastale.
Fonti Ediltecnico, Il Sole 24 Ore, Panorama
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