Famiglie e consumi
La fotografia scattata dall’[textmarker color=”C24000″]Istat[/textmarker] delle famiglie italiane che consumano è molto preoccupante. A crescere sembra solo la cosiddetta sindrome della quarta settimana, ovvero la tendenza dei nuclei familiari a concentrare gli acquisti ad inizio mese, per poi ridurli drasticamente a ridosso dello scadere dei trenta giorni. Se i prodotti alimentari scendono dello 0.3%, quelli di igiene personale e di pulizia dell’abitazione hanno raggiunto percentuali del -2.6 e del -2.2.
Rischio povertà per due milioni di famiglie
[paragraph_left][block][/block][block]A peggiorare il quadro ci si mette la disoccupazione e la mancanza di pensioni, che portano ben due milioni di famiglie sull’orlo dell’esclusione sociale. E se nel sud il 20% dei nuclei familiari ha almeno un membro che ha perso il lavoro nel 2013, ad impennarsi sono anche i casi delle persone sole (+42.2% dal 2004) e dei genitori single con figli a carico. Questi ultimi hanno superato quota 2.1 milioni rispetto a dieci anni fa.[/block][/paragraph_left]Cos’è il credito al consumo
L’espressione credito ai consumatori si riferisce alla possibilità di chiedere un [textmarker color=”C24000″]finanziamento [/textmarker]per far fronte ad acquisti per uso personale o familiare. Si tratta di elargizioni che possono andare da un minimo di 200 ad un massimo di 75.000 euro, concesse da banche e finanziarie anche tramite l’intervento del punto vendita.
Forme di credito al consumo
Tre le tipologie utili ad accendere questo tipo di finanziamento: credito al consumo puro e semplice (che si dirama a sua volta nel prestito finalizzato, in quello personale e nella cessione del quinto), carte revolving e prestito tra privati.
Come si accede al credito al consumo ‘puro’
Se si chiede un prestito finalizzato, di solito direttamente al punto vendita del bene o servizio di cui si ha bisogno che si farà carico di tutte le spese, l’erogazione emessa da banche e finanziarie è vincolata all’acquisto di un determinato prodotto. Diversamente, il prestito personale si accende senza l’obbligo di collegarlo ad una specifica spesa, e per un valore più alto (intorno ai 12mila euro). Per ottenerlo, banche e finanziarie richiedono però maggiori garanzie, la più frequente delle quali è la [textmarker color=”C24000″]fideiussione[/textmarker], ovvero l’impegno a garantire di persona il pagamento del debito di un terzo soggetto. Se quest’ultimo è inadempiente, chi ha dato credito può rifarsi su tutto il patrimonio del garante.
La cessione del quinto, infine, consente anche a chi non è un debitore molto affidabile di mettere a disposizione del finanziatore un quinto del proprio stipendio o della propria pensione. La quota viene trattenuta direttamente in busta paga o sulla pensione.
Come funzionano la carta revolving ed il prestito tra privati
Le altre due forme di richiesta del credito al consumo si fondano una su delle carte di credito con cui si possono pagare i debiti in rate mensili (carte revolving), e l’altra sulla registrazione come richiedente o finanziatore su alcune piattaforme che connettono domanda ed offerta di credito (prestito tra privati).
Nel caso delle carte revolving, la controparte è data dal fatto che i [textmarker color=”C24000″]tassi d’interesse[/textmarker] lievitano molto di più rispetto alle altre tipologie di prestito. Il Taeg, infatti, raggiunge il 16% medio per importi fino a 5mila euro, contro il 9.5% degli altri prestiti. Per il prestito tra privati, invece, anche se c’è [textmarker color=”C24000″]maggiore garanzia[/textmarker] di tassi agevolati, la conditio sine qua non è che il consumatore non sia mai stato un cattivo pagatore. Il Taeg, infatti, sale all’aumentare dell’indice di rischio di morosità.
In tutte le tipologie di accesso al credito al consumo, l’erogazione è successiva all’accurata valutazione da parte del finanziatore del merito di credito.
Come viene valutato il merito creditizio
I finanziatori di un credito, prima di ogni movimentazione, si informano sulle capacità del richiedente di restituire quanto prestato. Per farlo, consultano le cosiddette banche dati, ovvero la centrale rischi della banca d’Italia o i SIC (sistemi di informazioni creditizie Crif, Ctc ed Experian). Tali enti raccolgono le segnalazioni di precedenti finanziatori sui loro debitori, e dunque se i debitori hanno ottenuto o no un credito, o se sono stati inadempienti nel versamento di quanto dovuto.
Quanto costa aprire un finanziamento
Le spese globali che vanno sostenute per accendere un credito devono tener conto degli interessi, delle commissioni, e di altri costi rappresentati ad esempio dalle assicurazioni o dalle imposte. A venir incontro al consumatore che voglia capire quanto gli costerà il tutto ci pensano due indicatori: il Tan e il Taeg.
Cos’è il Tan
Il tasso annuo nominale, che può essere fisso o variabile, indica la percentuale d’interesse sul credito al netto di spese e commissioni su base annua. Non considerando i costi ‘accessori’ connessi ad un prestito, è frequente che il Tan sia pari a zero, ma non per questo bisogna dimenticare il Taeg, che a sua volta potrebbe essere molto alto.
Cos’è il Taeg
Acronimo di tasso annuo effettivo globale, il Taeg è la percentuale sul credito concesso e su base annua di tutti i costi da sostenere. Essendo standardizzato a livello europeo, è il miglior indicatore per capire qual è il finanziamento più adatto alle proprie possibilità.
Cosa non può mancare in un annuncio di finanziamento
[paragraph_left][block][/block][block]Nei messaggi pubblicitari sul credito al consumo, ed in generale in qualsiasi forma d’offerta di finanziamento, è obbligatorio per legge che vengano indicati con [textmarker color=”C24000″]chiarezza [/textmarker]e [textmarker color=”C24000″]trasparenza [/textmarker]il Tan, il Taeg e tutti i tassi di interesse, le spese aggiuntive e l’eventuale necessità di firmare contratti per servizi accessori, l’importo totale del credito o quello massimo esigibile, la durata del contratto e la quota delle rate. E’ bene, infine, che non manchi un [textmarker color=”C24000″]esempio [/textmarker]concreto e leggibile del finanziamento.[/block][/paragraph_left]Fonti Il Sole 24 Ore, Banca d’Italia
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