Dichiarazione dei redditi, come affrontare eventuali errori
Quando si fa la dichiarazione dei redditi, è facile scivolare in dimenticanze ed omissioni che, se non sanate, possono far scattare gli accertamenti da parte dell’agenzia delle entrate. Se ci si rende conto che si è commesso qualche [textmarker color=”C24000″]errore in fase di dichiarazione dei redditi[/textmarker], dell’Irap o dell’Iva, è possibile correre ai ripari grazie a tre metodi.
Correzione ed integrazione della dichiarazione dei redditi
[paragraph_left][block][/block][block]Di fronte a sviste sulla dichiarazione, il contribuente può far ricorso alla correzione o all’integrazione.Nel primo caso si deve presentare una dichiarazione correttiva entro i termini ordinari di scadenza, che senza sanzioni rettifica gli errori annullando di fatto la dichiarazione precedente con la nuova. Se si opta per l’integrazione, invece, la dichiarazione va presentata dopo la scadenza, e sarà appunto integrativa perché permetterà di aggiungere dati o eliminare errori commessi in una dichiarazione precedentemente trasmessa nei termini previsti. Requisito necessario per poter scegliere la dichiarazione integrativa è che sia stata già presentata in modo valido la dichiarazione originaria.[/block][/paragraph_left]
Le opzioni per le dichiarazioni sul modello unico
Per specificare che tipo di dichiarazione si sta presentando, è sufficiente barrare una tra le caselle riportate nella seconda facciata del modello unico 2014 persone fisiche. Per la dichiarazione integrativa, si può scegliere tra la casella per la dichiarazione a favore o a sfavore del contribuente, mentre la terza opzione serve per modificare l’originaria richiesta di rimborso come compensazione.
Il ravvedimento spontaneo
Terzo metodo utile per mettersi in regola in caso di pagamenti mancanti o in ritardo nella dichiarazione dei redditi è quello del ravvedimento spontaneo. Chi si ‘pente’ di sua volontà per violazioni non ancora oggetto di accertamento, e dunque paga l’imposta dovuta e gli interessi, può avvalersi di sanzioni ridotte che si aggirano intorno al 3%.
[b_protesti_sic]Quali sono le sanzioni per chi sbaglia la dichiarazione dei redditi
Le penalità previste in caso di errori in dichiarazione dei redditi variano a seconda del tipo di violazione. Per quelle formali, come la mancata o l’errata indicazione di dati, si paga da un minimo di 258 euro ad un massimo di 2.065 euro. Se si è di fronte a dichiarazioni falsate (falsi crediti o indebite compensazioni nel modello F24) la sanzione arriva al 100% o al 200% della maggior imposta o della differenza del credito. Se c’è stata omissione o carenza di versamento a causa di errori di calcolo, si paga il 30% delle somme non versate, ma la sanzione si abbassa al 10% ed al 20% se il pagamento avviene entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione e dalla comunicazione.
Cosa fa l’agenzia delle entrate di fronte a errori in dichiarazione
[paragraph_left][block][/block][block]Il primo passo che l’agenzia delle entrate fa in caso di rilevazione di errori nella dichiarazione dei redditi è quello di inviare ai contribuenti un avviso bonario, che anticipa il contraddittorio preventivo ed il pagamento di quanto dovuto maggiorato con le sanzioni. Il soggetto interessato avrà tempo 30 giorni da quando ha ricevuto l’avviso (che aumentano a 90 se l’avviso è telematico) per versare le somme richieste. Con l’avvenuto pagamento nei tempi, l’agenzia delle entrate non dovrà più procedere con l’iscrizione a ruolo delle somme dovute.[/block][/paragraph_left]Per quanto tempo l’agenzia delle entrate può verificare le dichiarazioni
L’agenzia delle entrate può chiedere di visionare i documenti della dichiarazione dei redditi entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello in cui la documentazione è stata presentata. E’importante dunque conservare tutti i modelli presentati per essere pronti ad esibirli in caso di controlli. Per le dichiarazioni relative al 2013 e presentate quest’anno, la scadenza per la conservazione da parte dei contribuenti e per l’avvio di accertamenti da parte dell’agenzia delle entrate è al 31 dicembre 2018.
Fonti Il Sole 24 Ore
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