Governo in bilico, se cade si paga l’Imu

Un monito più che una constatazione quella che lancia Enrico Letta in questa attuale situazione di crisi governativa. Mentre si avvicina il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi, il Premier lancia l’allarme ai suoi alleati affinché non mandino a casa l’esecutivo, anche se è ben noto che se il Pd voterà la decadenza potrebbe esserci una rivolta interna del Pdl capace di staccare la spina al fantomatico Governissimo.

Eppure il Premier Letta mantiene costantemente il suo aplomb e non si fa certo sviare da domande imbarazzanti o sull’incertezza legata al suo esecutivo. Dalla Fiera del Levante a Bari a Chianciano, ospite d’onore della festa dell’Udc di Pier Ferdinando Casini, ha tessuto le lodi di questo Governo “del fare” per “cinque mesi di fatti e non di annunci” che intende continuare proprio per dare certezze al Paese. Effettivamente è proprio ciò che auspicano i cittadini italiani, considerata la forte crisi economica che imperversa sulle famiglie e l’affermarsi sempre più dilagante della sperequazione sociale.

Eppure Letta tuona che se il Governo cadrà, andrà tutto in malora, resterà l’Imu la tassa più sbandierata e temuta dagli italiani e oltretutto la legge di stabilità “ce la scriverà l’Europa e la scriverebbe diversa da noi” continua Letta in un discorso davvero poco rassicurante, considerata anche l’opinione cresciuta da parte dell’opinione pubblica sull’Europa considerata una sorta di “matrigna cattiva”.

Insomma, questo Governo secondo Enrico Letta deve andare avanti e promette “il taglio del cuneo fiscale” con la tassazione degli immobili introducendo la service tax “che mette insieme anche la Tares, una tassa federalista che darà ai comuni quello che oggi non hanno”. Da Bruxelles e dai mercati inoltre arrivano dati non molto confortanti che mettono in evidenza la risalita dei tassi di interesse: “Se scendessimo nei prossimi quattro mesi al 4%, come in Spagna, avremmo un miliardo da usare, se invece salissimo al 5% un miliardo lo dovremmo trovare” continua Letta che dopo la ricetta di Mario Monti sta utilizzando la sua, fatta di “serietà” e accortezza.

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Perché Letta conferma di voler cambiare il Paese ed è certo che dopo il voto sulla decadenza all’ex Premier nulla accadrà ma si continuerà ad andare avanti per apportare importanti cambiamenti come la riforma elettorale e quella costituzionale. Ma la sua sicurezza così ostentata e palese non è condivisa dai suoi ex avversari politici, ora appartenenti alla stessa compagine governativa delle larghe intese. Sia Daniela Santanchè che Renato Brunetta non ci stanno e certamente non rimarranno a guardare se il Governo voterà la decadenza del loro Leader politico Silvio Berlusconi condannato per frode fiscale.