Guida alla Legge di Bilancio 2022: come cambieranno Irpef, Irap, bonus

Le aliquote Irpef scendono da cinque a quattro, ma ci sono novità anche per le imprese

Il 30 dicembre 2021 la Camera e il Senato hanno approvato la Legge di Bilancio 2022. Si è trattato dell’esito di mesi di dibattiti e compromessi, che del resto caratterizzano ogni Finanziaria. Non poteva fare eccezione questa, soprattutto per le importanti novità che introduce una manovra consistente anche dal punto di vista delle cifre: vale, infatti circa 30 miliardi di euro.

Una parte molto importante, 12 miliardi, è destinata al taglio delle tasse. Gli sgravi più rilevanti, del valore di 7 miliardi, sono quelli che riguardano l’Irpef, l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, che pagano per esempio coloro che guadagnano un reddito di lavoro dipendente, ma anche gli autonomi. L’ammontare dei redditi percepiti si può trovare nella Certificazione Unica (ex Cud)

Nella Legge di Bilancio 2022 è stato deciso che le aliquote di questa imposta d’ora in poi saranno quattro e non cinque.

Guida alla legge di Bilancio 2022, quali aliquote Irpef cambiano

Fino ad ieri gli scaglioni di reddito ai fini Irpef erano i seguenti:

  • Fino a 15mila euro, con un’aliquota del 23%
  • 15-28mila euro, con un’aliquota del 27%
  • 28-55 mila euro, con un’aliquota del 38%
  • 55-75 mila euro, con un’aliquota del del 41%
  • Oltre i 75mila, con un’aliquota del 43%

Con la manovra del Governo Draghi sono intervenuti i seguenti cambiamenti:

  • Fino a 15mila euro: l’aliquota rimane al 23%
  • 15-28mila euro: scende dal 27% al 25%
  • 28-50mila euro: l’aliquota è del 35%
  • Oltre i 50 mila euro: si paga il 43%

Come si vede il quadro rimane immutato per i contribuenti più poveri. La ragione è che questi erano già stati i destinatari del celebre bonus di 80 euro (formalmente un credito di imposta), introdotto nel 2014, e divenuto dal 1 luglio 2020 di 100 euro. Tale bonus, tra l’altro viene in parte abolito dall’attuale Legge di Bilancio 2022, perché viene sostituito integralmente da nuove detrazioni, come verrà descritto di seguito.

Legge di Bilancio 2022, per chi l’Irpef cambia di più

Le principali novità, invece, riguardano coloro che denunciano un reddito tra i 15 e i 28mila euro, per cui l’aliquota scende del 2%, dal 27% al 25%, e quanti si ritrovano nel segmento tra i 28 e i 50mila, per cui invece diminuisce del 3%, dal 38% al 35%.

A beneficiare di più delle nuove aliquote tra costoro sono, però, coloro che hanno entrate tra i 40 e i 50mila euro. Il motivo riguarda sempre il bonus dei 100 euro. Tra il 2020 e il 2021, infatti, questo non solo era stato portato a 100 euro, ma era stato destinato, nella sua nuova forma, anche a coloro che superavano i 28mila euro annui, cui inizialmente erano stati destinati. Tra i 28 e i 35mila euro si aveva diritto a un bonus decrescente all’aumentare del reddito, dai 97 agli 80 euro, e si percepiva anche tra i 35 e i 40mila, ma questo si azzerava all’avvicinarsi della soglia dei 40mila euro.

Questo vuol dire che solo quel ceto medio rappresentato da chi, in base alla propria Certificazione Unica (ex CUD),  ha tra i 40 e i 50mila euro, e che si vede l’aliquota calare del 3%, viene beneficiato per la prima volta da qualche agevolazione.

Taglio delle aliquote Irpef, i maggiori benefici tra i 40 e i 50mila euro

Al contrario, per coloro che denunciano tra i 50 i 55mila euro l’Irpef passa dal 41% al 43%. Tuttavia costoro non si ritroveranno a pagare di più, perché, come si sa, il calcolo dell’imposta da versare non viene effettuato applicando l’aliquota corrispondente al proprio scaglione all’intero reddito, ma solo alla porzione che supera tale limite.

Così anche chi avesse entrate di 53 mila euro pagherebbe il 23% sulla parte inferiore a 15mila euro (in realtà a partire da 8.145euro considerando le detrazioni per la no tax area). Verserebbe poi il 25% per la porzione tra 15 e 28mila euro, il 35% per quella tra i 28 e i 50mila euro e il 43% per i tremila euro tra i 50 e i 53mila euro.

Lo stesso vale per tutti coloro che hanno entrate superiori ai 55mila euro, per cui l’aliquota rimane al 43%.

Un ulteriore sgravio riguarda non le aliquote Irpef ma quelle dei contributi previdenziali: per i dipendenti con meno di 35mila euro di retribuzione queste scendono per il 2022 dello 0,8%.

legge di bilancio 2022

Legge di Bilancio 2022, come cambiano le detrazioni

Tuttavia non si può analizzare il reale impatto di questa riforma fiscale senza prendere in considerazione i cambiamenti apportati anche al sistema delle detrazioni Irpef.

Prima dell’approvazione della Legge di Bilancio 2022 le detrazioni in vigore per i lavoratori dipendenti erano le seguenti

  • Per chi avesse meno di 8mila euro erano di 1.880 euro, con un minimo di 690 euro, che saliva a 1,380 per i dipendenti a tempo determinati

Di fatto si trattava di una no tax area, visto che la detrazione andava a coprire completamente il gettito che il contribuente avrebbe dovuto versare calcolando l’imposta con l’aliquota del 23%

  • Per chi avesse tra gli 8 e i 28mila euro la detrazione era di 978 euro + 902 euro *(28mila – il reddito)/20mila.

Vuol dire che era di 1880 euro per chi denunciasse appena più di 8mila euro annui, e di 978 per chi avesse entrate di 28mila

  • Coloro che avessero introiti tra i 28 e i 55mila euro potevano detrarre 978 euro* (55mila – il reddito)/27mila

In questo caso i contribuenti con 28mila euro di reddito detraevano 978 euro, e dai 55mila euro in poi nulla.

Detrazioni in aumento per assorbire il bonus 100 euro

Con la Legge di Bilancio 2022 le cose cambiano in modo piuttosto rilevante. Vediamo per punti in quale modo.

  • I 1880 euro di detrazione validi per chi guadagnava meno di 8mila euro ora sono estesi a coloro che denunciano fino a 15mila euro. Le detrazioni minime rimangono di 690 euro, e di 1.380 per chi ha un contratto a termine
  • Per chi ha un reddito tra i 15 e i 28mila euro vi è poi una detrazione di 1.910 euro + 1.190*(28mila – il reddito)/ 13mila

Per questo scaglione fino al 2021 era molto inferiore, mentre ora può arrivare a 3.100 euro per chi percepisce 15mila euro all’anno, sostanzialmente il doppio di quella cui avrebbe avuto diritto in precedenza.

Chi ha, invece, entrate di 28mila euro detrarrà da quest’anno 1.910 euro, anche in questo caso molto più dei 978 che gli sarebbero spettati fino all’anno scorso

  • Per coloro che hanno denunciato tra i 28 e i 50mila euro lo sconto ammonta a 1.910 euro *(50mila – il reddito)/22mila. Dai 50mila euro in poi non si ha diritto ad alcuno sconto sulle imposte, mentre per gli altri vi è comunque un guadagno rispetto alle regole precedenti, che tuttavia è decrescente man mano che ci si avvicina alla soglia dei 50mila euro

Gli aumenti maggiori delle detrazioni sono quelli rivolti a coloro che godevano del bonus 100 euro. Questo, infatti, sarà in gran parte sostituito da queste, tranne che per chi ha redditi inferiori a 15mila euro, per cui viene mantenuto integro. Secondo la Legge di Bilancio 2022 coloro che hanno entrate tra i 15 e i 28mila euro potranno goderne solo per la quota rappresentata dalla differenza tra le detrazioni e l’Irpef totale da pagare, e in ogni caso per non più di 1.200 euro.

Inoltre è prevista una detrazione aggiuntiva di 65 euro per chi ha un reddito superiore a 25mila euro e inferiore a 35 mila euro

Anche in questo caso a fare fede è il reddito indicato nella Certificazione Unica (ex Cud)

Come cambiano le detrazioni fiscali per i pensionati

Nel caso i redditi percepiti siano da pensione le detrazioni, secondo la Legge di Bilancio 2022, sono differenti. Vediamo come:

  • Se le entrate non superano gli 8.500 euro a essere detratti sono 1.955 euro, o una cifra comunque non inferiore a 713 euro
  • Per chi si ritrova in una fascia tra gli 8.500 e i 28mila euro la detrazione è di 700 euro + (1.255* (28mila euro – il reddito totale)/19.500)
  • Se il reddito è tra i 28 e i 50mila euro saranno detratti 700 euro * (50mila euro – il reddito totale)/ 22mila

Anche in questo caso vi è una fascia di contribuenti che potrà avere uno sconto maggiore, oltre alle cifre determinate dai calcoli citati. Si tratta di quei pensionati che hanno redditi tra i 25 e i 29mila euro: per coloro vi è una detrazione aggiuntiva di 50 euro.

L’Irpef può venire pagata anche da soggetti che percepiscono redditi diversi da quelli da lavoro, da pensione o assimilati. In questo caso le detrazioni da applicare sono ancora differenti.

Si tratta di:

  • 1.265 euro per chi ha un reddito non superiore a 5.500 euro all’anno
  • 500 euro + 765* (28mila euro – il reddito totale)/22.500 per chi ne ha uno tra i 5.500 e i 28mila euro
  • 500 euro * (50mila euro – il reddito totale)/22mila se il reddito stesso è tra i 28 e i 50mila.

Chi tra questi ultimi denuncia nella propria Certificazione Unica (ex Cud)  tra gli 11 e i 17mila euro può detrarre 50 euro in più.

Per chi scende l’Irap nella Legge di Bilancio 2022

Prima del varo della Finanziaria vi è stato un ampio dibattito su quanto riservare delle risorse disponibili al taglio dell’Irpef, quindi principalmente a lavoratori e pensionati, e quanto a quello dell’Irap, che pagano principalmente le imprese.

Alla fine alla riduzione dell’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (Irap) sono stati destinati 1,2 miliardi. Non vi è, quindi, un’abolizione totale come molti imprese si attendevano. L’esenzione dal pagamento della tassa riguarda, invece, solo alcune categorie tra quelle che attualmente la devono versare, ovvero le persone fisiche che attualmente vi sono soggette.

Nello specifico la Legge di Bilancio 2022 afferma che “non è dovuta dalle persone fisiche esercenti attività commerciali ed esercenti arti e professioni“. Di conseguenza a essere esclusi sono per esempio:

  • I professionisti con dipendenti e collaboratori
  • Gli autonomi che usano mezzi strumentali superiori al minimo
  • Gli imprenditori familiari

Si tratta di tutti i contribuenti coloro che per il fisco non sono qualificabili come società, ma che al contrario della grande maggioranza delle persone fisiche fino ad oggi dovevano pagare l’Irap.

In sostanza per i piccoli professionisti che abbiano un reddito superiore o intorno a 50mila euro lo sgravio complessivo dovrebbe essere superiore a 2mila euro.

legge di bilancio 2022

Legge di Bilancio 2022, tra le novità per le imprese la proroga della Nuova Sabatini

Tra le misure dell’ultima Legge di Stabilità vi è anche la proroga di quella che è una delle agevolazioni più antiche in Italia. Si tratta della legge Sabatini, che prende il nome dal deputato Armando Sabatini, che nel 1965 fu il principale propugnatore di una legge, che poi ha preso il suo nome, riguardante incentivi alle piccole e medie imprese per gli acquisti di macchinari, attrezzature ed altri beni strumentali d’impresa. L’obiettivo è aumentare il grado di innovazione e la competitività di tali aziende e in generale del sistema produttivo italiano.

Gli incentivi previsti sono cambiati più volte negli anni e quella che dal 2014 è chiamata in realtà Nuova Sabatini prevede un aiuto da parte dello Stato per quelle Pmi che intendono chiedere finanziamenti alle banche per realizzare tali investimenti.

Nello specifico lo Stato offre un contributo a fondo perduto che serve a coprire il tasso d’interesse deciso dalla banca per il finanziamento per una quota del 2,75%. Tale finanziamento può essere concesso in questo caso anche per il 100% degli acquisti, a patto che l’investimento complessivo non sia inferiore a 20mila euro né superiore a 4 milioni.

Nuova Sabatini più conveniente in caso di investimenti tecnologici

La riduzione del tasso d’interesse è maggiore, e arriva al 3,575%, nel caso in cui ad essere acquistati dalla piccola e media impresa siano macchinari, dispositivi e strumenti particolarmente innovativi. In particolare sono quelle attrezzature che contengono tecnologia 4.0, quindi per esempio che sono a controllo numerico o a controllo remoto, collegati ai sistemi informativi dell’impresa, come quelli che governano la logistica e la rete di fornitura. Devono inoltre avere un’interfaccia intuitiva per l’utente. Inclusi tra quelli che possono approfittare dell’agevolazione maggiorata vi sono anche quei macchinari utilizzati per il tracciamento dei rifiuti.

Il contributo che va a ripagare parte del tasso d’interesse da pagare dal 2021 è erogato dal Ministero dello Sviluppo Economico in un’unica soluzione, a patto che la somma non superi i 200mila euro.

Oltre all’agevolazione legata all’interesse da pagare all’istituto bancario è prevista anche la garanzia sull’80% del prestito da parte del Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese se questo approva la richiesta in tal senso dell’azienda debitrice.

Nuova Sabatini: 900 milioni in più tra il 2022 e il 2027

Tali interventi hanno un limite, e si tratta dello stanziamento di risorse a tale scopo che lo Stato decide per ogni anno. La Legge di Bilancio 2022 ha stabilito che saranno erogati:

  • 240 milioni annui per il 2022 e il 2023
  • 120 milioni annui per il 2024, 2025 e il 2026
  • 60 milioni per il 2027

Si tratta complessivamente di 900 milioni in 6 anni, che vanno ad aggiungersi a quelli ripetutamente stanziati per gli anni precedenti quando le risorse già messe in campo dallo Stato erano terminate in breve tempo per il grande numero di domande da parte delle imprese.

Nella Legge di Bilancio 2022 anche il rinnovo del Piano Transizione 4.0

Tra le novità dell’ultima Legge di Stabilità approvata il 30 dicembre vi è un’altra proroga, quella del Piano Transizione 4.0. Si tratta di quelle misure che dalla Legge di Bilancio 2020 sostituiscono Industria 4.0 e Impresa 4.0. Sono, per esempio, le disposizioni riguardo il superammortamento e l’iperammortamento, che sono stati sostituiti da crediti d’imposta a fronte degli acquisti di beni strumentali materiali e immateriali innovativi.

Per tali interventi sono a disposizione fino al 2026 complessivamente 18,45 miliardi, di cui 13,97 provenienti dal Pnrr (Pianno Nazionale di Ripresa e Resilienza) e 4,48 dal Fondo Complementare del governo italiano.

Agevolazioni in calo nei prossimi anni

La Legge di Bilancio 2022 stabilisce le nuove regole per quanto riguarda il periodo tra il 2022 e il 2025. Il dato saliente è che le agevolazioni andranno gradualmente a calare. Vediamo quali sono e come diventeranno.

Per quanto riguarda i beni materiali ammissibili, quindi quelli dell’allegato A della Legge di Bilancio 236/2016, il credito d’imposta nel 2022 è del:

  • 40% per gli acquisti fino a 2,5 milioni di euro, e scenderà al 20% dal 2023. Era del 50% fino al 2021
  • 20% per gli acquisti tra i 2,5 e i 10 milioni, e scenderà al 10% dal 2023. Era del 30% fino al 2021
  • 10% per gli acquisti tra i 10 e i 20 milioni, e scenderà al 5% dal 2023. Era del 10% fino al 2021

Se i beni acquistati dall’impresa sono immateriali, come per esempio in software, invece, rimane valido per il 2022 e il 2023 il credito di imposta del 20% già in vigore nel 2021. Nel 2024 è, però, prevista una sua riduzione al 15% e nel 2025 al 10%. L’investimento non deve, tuttavia, superare il milione di euro.

Il credito d’imposta per ricerca e sviluppo

A essere incentivate sono anche le spese delle imprese in ricerca e sviluppo. In tale caso il rinnovo delle misure è decennale, fino al 2031.

Secondo quanto deciso dalla Legge di Bilancio 2022 il credito di imposta di quest’anno per tale tipo di investimento è del 20% per gli investimenti fino a 4 milioni. Si tratta della stessa percentuale del 2021, ma dal 2023 scenderà al 10%, anche se in tal caso il tetto di spesa sarà di 5 milioni.

Anche per gli investimenti in innovazione digitale 4.0 e transizione ecologica è previsto lo stesso credito di imposta del 2021, del 15%, con un limite di 2 milioni, ma dal 2023 diminuirà al 10%, pur con un tetto superiore, di 4 milioni.

Per interventi innovativi di design o comunque riguardanti l’estetica vi è un credito d’imposta di 10% nel 2022, lo stesso del 2021. Anche in questo caso, però, si va incontro a un taglio al 5%. Il massimale di spesa rimarrà lo stesso, di 2 milioni.

La Legge di Bilancio 2022 proroga il Fondo Garanzia Pmi, con qualche cambiamento

È stato già citato, e rientra del resto a pieno titolo tra le misure a sostegno delle imprese, in particolare le più piccole, come la Nuova Sabatini e il Piano Transizione 4.0. Si tratta del Fondo Garanzia per le Pmi (Piccole e Medie Imprese). È stato creato con la legge 662/96, ed è operativo dal 2000, ma è con con il Decreto Liquidità dell’aprile 2020 che è stato ampiamente potenziato. Con la Legge di Bilancio 2022 viene ulteriormente prorogato e finanziato con 3 miliardi di euro.

Consiste nella fornitura di una garanzia pubblica sui finanziamenti richiesti dalle imprese, che in tal modo per ottenere credito non devono presentare garanzie reali o fidejussione.

Non vi è alcuna valutazione del merito del credito da parte del Fondo stesso, e in caso di insolvibilità dell’impresa sarebbe lo Stato a garantire la restituzione del prestito alla banca. Questo non risparmia all’azienda lo status di insolvibile, ma consente una maggiore disponibilità all’erogazione di credito da parte degli istituti finanziari.

Chi può aderire al Fondo Garanzia Pmi

Al Fondo Garanzia Pmi possono accedere tutte le aziende non agricole qualificabili come Pmi. Sono quelle che non superano i 250 dipendenti, e che non hanno un fatturato superiore ai 50 milioni. Rientrano nella definizione anche i professionisti che si occupano di attività d’impresa, di arti, e gli enti non commerciali come quelli religiosi o del Terzo Settore.

Non la totalità del credito può godere della garanzia del Fondo, ma solo una quota. Fino al 31 dicembre del 2021 questa era del 90% nel caso dei prestiti fino a 30mila euro e 15 anni e dell’80% per quelli che non superano i 5 milioni e avevano una durata massima di 8 anni.

È su queste ultime disposizioni che intervengono le modifiche apportate dalla Legge di Bilancio 2022. La copertura del Fondo Garanzia Pmi, infatti, scende dal 90% all’80% anche per i finanziamenti più piccoli, e dal 1 luglio 2022 entreranno in vigore altre restrizioni.

Inoltre sarà chiesta alla imprese beneficiarie una commissione una tantum da versare al Fondo stesso.

Superbonus, le novità della Legge di Bilancio 2022

Tra i capitoli più importanti della Legge di Bilancio 2022 vi è sicuramente anche la proroga del Superbonus. Ne abbiamo parlato anche qui.

Si tratta della detrazione al 110% approvato con il Decreto Rilancio del 2020 che viene concesso per quegli interventi di ristrutturazione degli edifici che hanno come obiettivo o il risparmio energetico (Super Ecobonus) o l’adeguamento antisismico (Super Sismabonus).

Nel primo caso i lavori effettuati devono consentire un miglioramento di almeno due classi energetiche, mentre nel secondo devono permettere la messa in sicurezza statica dell’edificio per quegli immobili posti nelle zone di rischio 1,2,3.

Con l’ultima Finanziaria, tuttavia, state apportate alcune importante modifiche alle agevolazioni legate al Superbonus. Se per tutti rimangono le detrazioni al 110% fino al 31 dicembre 2022, le cose cambiano per il periodo successivo, soprattutto in base all’edificio in cui sono effettuati gli interventi. Vediamo come:

  • Edifici unifamiliari: non sarà possibile accedere al Superbonus dall’anno prossimo, e anzi, la scadenza del 31 dicembre 2022 è vincolata al completamento del 30% dei lavori al 30 giugno 2022
  • Condomini e gli edifici plurifamiliari posseduti da più persone fisiche: la detrazione del 110% termina al 31 dicembre 2023, e viene prorogata al 31 dicembre 2024 al 70% e al 31 dicembre 2025 al 2025.
  • Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari), le Onlus, le associazioni di volontariato: la scadenza per l’agevolazione al 110% è il 31 dicembre del 2023, a patto che siano stati realizzati il 60% degli interventi entro il 30 giugno 2023, e non è prevista alcuna proroga per gli anni successivi

Fanno eccezione a queste disposizioni i lavori realizzati in zone terremotate, che godranno della detrazione del 110% fino a fine 2025.

Prorogati anche gli altri bonus sulla casa

Assieme al Superbonus sono stati prorogati anche gli altri bonus riguardati l’edilizia. Tra questi l’Ecobonus, il Sismabonus, quello relativo alle ristrutturazioni, il Bonus Verde, il Bonus mobili, il Bonus Facciate.

Anche per diversi di questi, però, vi è stata una rimodulazione delle agevolazioni cui si ha diritto. Vediamo nel dettaglio i nuovi termini e le condizioni.

  • Ecobonus: la scadenza è stata spostata al 31 dicembre 2024 e le detrazioni applicate rimangono le stesse, ovvero il 50%, che diventa 65% nel caso di interventi ad alto risparmio energetico. Se a essere coinvolti sono i condomini le agevolazioni diventano rispettivamente del 70% (al posto del 50%) e del 75% (al posto del 65)
  • Sismabonus: se ne può usufruire fino al 31 dicembre 2024, con gli stessi sgravi, ovvero del 50%, che divengono del 70% se si riesce a passare a una una classe inferiore di rischio sismico e dell’80% se si passa a due classi inferiori. Tali detrazioni diventano del 75% (al posto del 70%) e dell’85% (al posto dell’80%) se i lavori riguardano parti comuni condominiali
  • Bonus Ristrutturazioni: anche per questo intervento il termine è slittato al 31 dicembre 2024, mentre la detrazione non è cambiata, è sempre del 50%

Scende la detrazione per il Bonus Facciate

L’elenco dei bonus prorogati continua con quelli meno noti e in parte meno rilevanti dal punto di vista economico. Si tratta del:

  • Bonus Verde: l’incentivo ai lavori di sistemazione delle aree sistemate a verde o alla realizzazione di giardini presso le abitazioni viene prorogato fino al 31 dicembre 2024, e la detrazione rimane del 36%
  • Bonus Mobili: l’agevolazione per l’acquisto di mobili, dispositivi, elettrodomestici a risparmio energetico è confermata e rimane del 50%, ma cambia la scadenza e il tetto massimo su cui la detrazione può essere applicata. Fino al 31 dicembre 2022 questo è di 10mila euro, mentre fino al 31 dicembre 2024 è di 5mila.
  • Bonus Facciate: in questo caso oltre alla scadenza, prorogata al 31 dicembre 2023, cambia anche la detrazione, che scende dal 90% al 60%

legge di bilancio 2022, ristrutturazioni

Nella Legge di Bilancio 2022 un nuovo bonus, quello per l’abbattimento delle barriere architettoniche

Vi è anche un bonus completamente nuovo che la Legge di Bilancio 2022 introduce. Si tratta dell’agevolazione al 75% degli interventi volti all’abbattimento delle barriere architettoniche. La detrazione 2022 si applica a tutte le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022 con questo obiettivo e ha, però, dei tetti massimi di applicazione.

L’esborso non può essere superiore a:

  • 50mila euro per gli interventi realizzati in edifici unifamiliari o abitazioni funzionalmente indipendenti in edifici plurifamiliari
  • 40mila euro per il numero di unità immobiliari nel caso di condomini con 2-8 appartamento
  • 30mila euro per il numero di unità immobiliari nel caso di condomini con più di 8 appartamenti

Riformulato il bonus per l’affitto per i giovani tra i 20 e i 30 anni

Tra le novità della Legge di Bilancio 2022 è presente anche la rimodulazione di un’agevolazione già presente in precedenza, quella per aiutare i giovani tra i 20 e i 30 anni a pagare l’affitto quando decidono di uscire di casa.

Si tratta di una detrazione che viene riconosciuta per i primi 4 anni del contratto di locazione, e viene erogata a coloro che abbiano un reddito non superiore a 15.493,71 euro all’anno.

A differenza di quanto accaduto per quasi tutti gli altri bonus nel caso di questo vi è un aumento degli sgravi. Infatti le novità principali introdotte sono:

  • L’allargamento della platea dei potenziali beneficiari, tra i quali rientrano anche coloro che abbiano 31 anni non compiuti
  • L’allungamento da tre a quattro anni del periodo in cui è possibile usufruire della detrazione
  • L’allargamento dell’agevolazione anche a coloro che abbiano preso in affitto solo una porzione di abitazione, come una stanza
  • L’innalzamento dell’importo detraibile da 300 a 991,60 euro, oppure al 20% dell’affitto, con un tetto massimo di 2mila euro

Pensioni, l’arrivo Quota 102

La Legge di Bilancio 2022 si è occupata anche di pensioni, cui sono stati dedicati in tutto 1,5 miliardi dei più di 36 totali stanziati.

La principale novità riguarda Quota 102: si tratta della modalità di ritiro anticipato dal lavoro che va a sostituire Quota 100 e che rimarrà in vigore, salvo proroghe, solo nel 2022. Potranno andare in pensione quest’anno coloro che abbiano almeno 64 anni di età e abbiano versato almeno 38 anni di contributi nel corso della propria vita.

Per poter usufruire dell’assegno pensionistico, tuttavia, la persona interessata dovrà attendere la decorrenza di tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti necessari se si tratta di un lavoratore dipendente privato o autonomo e sei mesi se, invece, appartiene alla Pubblica Amministrazione. Sono le cosiddette “finestre” di uscita, che di fatto ritardano l’accesso alla pensione.

La prestazione ricevuta, nel caso di Quota 102, non può essere cumulata con altri redditi di lavoro dipendente o autonomo, neanche se percepiti all’estero. A fare eccezione a questo divieto di cumulo vi sono solo le entrate derivanti da prestazioni occasionali che non superino i 5mila euro all’anno.

La Legge di Bilancio 2022 proroga e modifica l’Ape Sociale

Tra le proroghe, più che tra le novità, può essere inserita la conferma dell’Ape Sociale. Si tratta di un anticipo pensionistico che viene concesso ai richiedenti che abbiano determinati requisiti in attesa del raggiungimento della pensione di vecchiaia o di quella anticipata.

È stata creata per coloro che rientrano in alcune categorie particolari, come i disoccupati, gli invalidi, i caregiver, coloro che svolgono lavori pesanti. La condizione è che abbiano superato i 63 anni e abbiano maturato determinati anni di contribuzione, tra i 30 e i 36, che cambiano in base alle diverse condizioni.

La Legge di Bilancio 2022, pur non cambiando l’impostazione generale della misura, ha comunque introdotto delle modifiche all’Ape Sociale oltre che la proroga al 2022.

Vediamo quali:

  • Viene allargata la platea dei lavori gravosi che avranno diritto alla pensione anticipata. Tra questi anche l’insegnamento alle scuole primarie, la gestione dei magazzini, la conduzione di impianti per l’estrazione di minerali o di forni per la lavorazione del vetro, la trasformazione del legno, e molti altri
  • È diminuito da 36 a 32 il numero di anni di contribuzione necessario ai lavoratori del settore edile e della ceramica per accedere all’Ape Sociale
  • Per i disoccupati viene abolito il periodo di tre mesi che fino a fine 2021 doveva decorrere tra l’ultima prestazione Naspi ricevuta e la maturazione del diritto all’Ape Sociale

Arriva l’anticipo della pensione per i lavoratori delle Pmi in crisi

Risulta ancora in parte avvolta nella nebbia una delle nuove disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2022 tra quelle riguardanti le pensioni. È la previsione di un anticipo pensionistico a 62 anni per i dipendenti delle piccole e medie aziende in crisi, che in seguito alla recessione collegata alla pandemia sono decisamente aumentate negli ultimi due anni.

A questo scopo è stato costituito un fondo di 150 milioni di euro per il 2022 e di 200 milioni sia per il 2023 che per il 2024. Il punto è che non sono stati ancora chiariti i dettagli della misura. ovvero le caratteristiche che i lavoratori devono avere per accedervi, oltre all’età anagrafica, né le condizioni in cui le Pmi in cui lavorano devono trovarsi perché scatti l’anticipo.

I dettagli arriveranno però in seguito

La Legge di Bilancio 2022 stabilisce che entro 60 giorni dalla sua approvazione, quindi entro la fine di febbraio, dovrà essere un decreto congiunto del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero del lavoro a definire come e per chi avverrà l’erogazione dell’assegno pensionistico.

Si tratta, questa, di un’ulteriore modalità per anticipare della pensione senza attendere quella di vecchiaia a 67 anni oltre a quelli esistenti. Tra questi come si sa vi è il raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi, che diventano 41 anni e 10 mesi nel caso delle donne, o i già citati Ape sociale e Quota 102. Vi è poi anche Opzione Donna, che si applica solo alle lavoratrici. Queste possono ritirarsi dal lavoro nel caso in cui abbiano 58 anni di età, se dipendenti, o 59, se autonome, e abbiano maturato 35 anni di contributi.

Riguardo a quest’ultimo strumento, però, la Legge di Bilancio 2022 si è limitata a prorogare la sua validità anche al 2022.

Come cambiano gli ammortizzatori sociali con la Legge di Bilancio 2022

Un capitolo molto importante della Legge di Stabilità è la riforma di parte degli ammortizzatori sociali presenti nel sistema economico. A questa sono dedicati ben 5 miliardi di euro in tutto.

Tra gli strumenti che vengono modificati vi sono la Naspi, ovvero il sussidio di disoccupazione per i lavoratori dipendenti, e la Dis-Coll, quello previsto per co.co.co e lavoratori a progetto, per assegnisti o autonomi iscritti alla gestione separata.

Ora tali prestazioni saranno accessibili anche da alcuni addetti del settore agricolo che prima ne erano esclusi. Inoltre è stato eliminato il criterio che stabiliva che dovessero essere trascorsi 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi prima dell’inizio della disoccupazione per poter ricevere il sussidio. Rimangono indispensabili, invece, le 13 settimane di lavoro nei 4 anni anni precedenti.

Sia per la Naspi che la Dis-Coll, inoltre la riduzione del 3% mensile che decorre a partire dal quarto mese di percepimento della prestazione dal 2022 sarà applicabile solo dal sesto mese, e dall’ottavo per coloro che hanno più di 55 anni.

Più aziende potranno accedere al FIS

Un’altra novità riguarda il Fondo di Integrazione Salariale (FIS), che sarà accessibile anche alle aziende con meno di 5 dipendenti, al contrario di quanto avvenuto finora. Queste potranno godere degli assegni di integrazione per 13 settimane in un biennio, mentre quelle più grandi ne avranno diritto per 26 settimane.

Scendono anche le aliquote che servono a finanziare tale misura. Diventa del 0,15% per le imprese con meno di 5 addetti (era del 0,5%), del 0,55% per quelle che ne ha tra 5 e 15, del 0,69% per le aziende con 15-50 dipendenti e del 0,24% per le attività commerciali con più di 50 addetti. In precedenza per tutte queste realtà si pagava lo 0,8%.

legge di bilancio 2022

Le novità per la maternità e il congedo parentale

La Legge di Stabilità 2022 si è occupata anche del tema della genitorialità. Tra le principali novità vi è l’allungamento del periodo di maternità, che potrà durare tre mesi in più, oltre ai 5 attuali, per determinate lavoratrici. Si tratta di quelle autonome e del settore agricolo che in base alla Certificazione Unica (ex CUD) abbiano un reddito inferiore a 8.145 euro all’anno.

Inoltre per i datori di lavoro del settore privato di tutte le donne che siano rientrate al lavoro dopo il periodo di maternità è previsto per il 2022 l’esenzione dal pagamento del 50% dei contributi.

Anche i padri sono coinvolti dagli interventi della Legge Finanziaria. Entra a regime, infatti, una misura che era stata introdotta già nel 2021, ma solo a livello sperimentale, ovvero il congedo retribuito di 10 giorni nei primi 5 mesi di vita del figlio, cui è possibile aggiungere un giorno in più, anche se non remunerato. Questa agevolazione si aggiunge a quelle già presenti per i padri.

Un’altra disposizione della Legge di Stabilità in questo ambito è quella che stanzia maggiori finanziamenti per gli asili nido comunali, che secondo gli obiettivi del Pnrr nel 2027 dovrebbero riuscire ad accogliere il 33% dei bambini. Le risorse vengono proprio dai fondi europei, e sono ingenti. Si tratta di 4 miliardi e 600 milioni distribuiti tra il 2022 e il 2026, ma la quota per quest’anno è di 900 milioni.

Nella Legge di Bilancio 2022 più risorse per la sanità e il pubblico impiego

Tra i comparti a beneficiare maggiormente delle risorse stanziate con la Legge di Bilancio 2022 è la sanità, che del resto dallo scoppio della pandemia ha goduto di sempre maggiore attenzione, anche dal punto di vista economico. Il Governo  ha deciso l’incremento di 2 miliardi l’anno del Fondo Sanitario Nazionale. Quest’anno, per esempio, arriverà a 124,1 miliardi di euro.

Tra le modalità di utilizzo vi è, per esempio, l’istituzione di un’indennità accessoria per chi lavora al pronto soccorso.

Fra le altre misure riguardanti l’ambito sanitario particolarmente degna di nota è poi la stabilizzazione dei cosiddetti “precari Covid”. Sono i lavoratori della sanità assunti a tempo determinato nel corso della pandemia. Si tratta di circa 33mila persone. La condizione è che abbiano alle spalle almeno 18 mesi di lavoro, di cui 6 proprio nel periodo dell’emergenza.

Più risorse per gli stipendi dei lavoratori pubblici

Anche le altre aree della Pubblica Amministrazione sono interessate dagli interventi dell’ultima Finanziaria. In generale vi è un incremento di 100 milioni per le risorse destinate quest’anno alle assunzioni a tempo indeterminato nella Pa. Diventeranno 200 milioni nel 2023, 225 milioni nel 2024, 210 nel 2025 e 200 nel 2026.

Altri 310 milioni per il 2022 e 500 milioni per il 2023 sono stati stanziati per garantire aumenti retributivi ai lavoratori pubblici, che ancora non possono beneficiare del rinnovo dei contratti nazionali, il quale non ha ancora visto la luce. 200 milioni sono, invece, destinati al salario di produttività accessorio.

Tra le molte altre disposizioni della Legge di Bilancio, infine, è presente anche una di quelle di cui si è discusso di più nelle scorse settimane, ovvero l’aumento degli stipendi dei sindaci e degli assessori comunali. A questo scopo sono stati stanziati 100 milioni di euro per il 2022. 150 per il 2023 e 220 per il 2024.