Riforma PA e decreto Irpef, ecco tutti i provvedimenti di Renzi

Riforme in arrivo

Semplificazione e crescita. Sono queste le parole chiave su cui intendono fondarsi le [textmarker color=”C24000″]riforme del governo di Matteo Renzi[/textmarker] che prenderanno il via nei prossimi mesi. In attesa che vengano approvati dal parlamento e fatti entrare in vigore i decreti sulla [textmarker color=”C24000″]riforma della pubblica amministrazione [/textmarker]e sulla [textmarker color=”C24000″]delega fiscale[/textmarker], si può già far affidamento sul [textmarker color=”C24000″]decreto Irpef[/textmarker], convertito in legge qualche giorno fa.
Abolizione del pra, nuove assunzioni negli enti locali, e giustizia online sono i capisaldi della semplificazione. Per abbattere i costi ed incentivare la crescita, intervengono invece il bonus di 80 euro, la tassazione sulle rendite finanziarie, ed i tagli all’Irap.

Gli interventi più stringenti

Ai primi posti dell’agenda dell’esecutivo svettano gli adempimenti relativi al decreto legge di riforma della pubblica amministrazione, a partire da una serie di tagli, dall’1 luglio di quest’anno, sulle autorità indipendenti. Antitrust, privacy, anticorruzione, Consob e altri saranno oggetto di una riduzione pari almeno al 20% del trattamento accessorio dei dipendenti, compresi i dirigenti. Dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, inoltre, sparirà l’autorità di vigilanza sui lavori pubblici, le cui funzioni verranno assunte dall’autorità anticorruzione insieme a quella antitangenti.
Se ad agosto saranno tagliati del 50% i permessi sindacali per ogni associazione sindacale, a settembre sarà la giustizia amministrativa a subire una riduzione, quella delle sezioni staccate dei Tar, per passare al processo telematico a metà 2015. Dall’1 ottobre toccherà alle consulenze, che non potranno assorbire più del 75% (a discapito dell’originario 80%) della spesa sostenuta lo scorso anno. Di contro, i contratti dei consulenti non saranno oggetto di controllo preventivo da parte della corte dei conti, tranne nei casi in cui valgano più di 10mila euro l’anno a favore dello stesso soggetto.

Addio pra dal 2016

[paragraph_left][block]Abolizione pra 2016[/block][block]I primi atti che condurranno all’abolizione del pra partiranno dal 2016. I vari regolamenti che l’esecutivo dovrà avviare per eliminare il pubblico registro automobilistico non potranno andare oltre il 30 giugno 2017, poiché dall’1 luglio dello stesso anno il pra dovrà essere definitivamente abolito.[/block][/paragraph_left]

Nuove assunzioni nei comuni

A dare man forte ad un cambio generazionale negli enti locali arriveranno nuove assunzioni, facilitate da una riduzione dei blocchi degli ingressi, e finanziate dalle risorse ottenute con i pensionamenti dell’anno precedente, cresciuti del 50% grazie all’aumento del turn over.
La procedura che apre le porte a nuovi occupati negli enti locali dovrebbe riguardare anche i comuni dove il costo del personale è cresciuto più del 50% delle uscite correnti totali. In questi casi, cancellato il blocco totale che impediva di firmare anche contratti a tempo determinato, sarà obbligatorio, entro cinque anni, riportare il costo del lavoro al di sotto del 50% delle spese correnti totali.

Più spazio per i dirigenti a termine

Per i dirigenti il nuovo decreto prevede una più ampia fetta di assunzioni a termine, nello specifico fino al 30% della dotazione organica dirigenziale. Un parametro che oscillerà tra il 10 ed il 20% anche per gli enti locali più piccoli, in base alla loro dimensione.

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Staff sindaci e assessori, affidamento incarichi senza vincoli

Altra novità prevista dalla riforma sulla pubblica amministrazione riguarda la mancanza di vincoli nell’affidare incarichi negli uffici di supporto a sindaci ed assessori. In pratica, anche a chi non ha i titoli di studio o professionali necessari a coprire qualifiche pari negli organici normali potrà entrare nel team. I segretari comunali, invece, si vedranno sottrarre dalla busta paga i diritti di rogito, ovvero quelli di segreteria su avvisi d’asta ed altri atti pubblici. Tali compensi, che arricchivano i soggetti interessati del 33%, passeranno direttamente nelle casse del comune.

Giustizia online, arriva il processo civile telematico

[paragraph_left][block]Processo civile telematico giustizia online[/block][block]Partirà il 30 giugno prossimo, e rivoluzionerà il mondo dei tribunali e delle cause civili. Il processo civile telematico, altro provvedimento previsto dal decreto legge renziano, potrebbe portare una ventata di rinnovamento notevole in uno scenario, quello italiano, che, come hanno confermato ricerche ed indagini effettuate dal ministero della giustizia e dal consiglio superiore della magistratura, non è incoraggiante. In otto tribunali su 140 non sono attivi i servizi telematici, mentre il 40% degli uffici può contare su meno della metà di computer fissi efficienti. La velocità di connessione è insufficiente nel 27% dei casi, e solo il 10% degli avvocati italiani ha depositato gli atti online nell’ultimo anno.
Unica pecca: il deposito online degli atti processuali e dei documenti presentati dagli avvocati delle parti riguarderà solo le cause che verranno avviate dal 30 giugno in poi. Per i processi già in corso, il passaggio al digitale è, al momento, facoltativo.[/block][/paragraph_left]

Bonus Irpef confermato

Sul versante del decreto Irpef già convertito in legge primeggia, tra le riforme più importanti, il taglio al cuneo fiscale tramite l’approvazione, per tutto il 2014, dell’erogazione del bonus di 80 euro in busta paga. Il provvedimento riguarda i dipendenti (privati e pubblici) e gli assimilati (lavoratori soci di cooperative, titolari di borse di studio, lavoratori socialmente utili) con redditi fino a 26mila euro annui. Esclusi dal bonus, ma in attesa di esserne resi partecipi a partire dalla prossima legge di stabilità, sono invece i pensionati, le partite Iva, gli incapienti, e le famiglie numerose monoreddito.

Sì all’aumento delle tasse sulle rendite finanziarie

Dall’1 luglio è confermato l’aumento dal 20% al 26% della tassazione sulle rendite finanziarie. Una novità, quella introdotta dal decreto Irpef, che graverà su privati persone fisiche, società semplici, ed enti non commerciali che investono nell’ambito della loro attività istituzionale. Esclusi dall’aumento, tra gli altri, i titoli pubblici italiani, quelli equiparati emessi da organismi sovranazionali e dagli stati della white list, e gli utili distribuiti a società residenti in stati dell’unione europea o della white list. Per il 2014, anche i fondi di previdenza complementare italiani subiscono un rialzo dell’aliquota dell’imposta sostitutiva, che dall’11% passa all’11.5%.

Definitivo il taglio Irap per le imprese

Approvata, grazie al decreto Irpef, è anche la riduzione dell’Irap dall’esercizio 2014. Per imprese e professionisti, lo sconto passa dal 3.9% del 2013 al 3.5% di quest’anno. Banche e società finanziarie pagheranno invece l’Irap al 4.2% (contro l’attuale 4.65%), mentre le assicurazioni passeranno dal 5.9% del 2013 al 5.3%. Le imprese agricole, infine, godranno di un’aliquota ridotta all’1.7%.

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Fonti Il Sole 24 Ore

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