Sfratti, è allarme. In aumento il numero dei provvedimenti.

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Qual è la cosa che più può far male in tempi di crisi? Ovviamente, dopo il non avere abbastanza denaro per sfamare la propria famiglia, è la perdita di un tetto dove vivere. Ed è proprio questo che sta succedendo: secondo il ministero dell’Interno, infatti, nel 2012 67.790 sono stati i nuovi provvedimenti di sfratto emessi in Italia, con un aumento del 6,2% rispetto all’anno precedente, il 2011.

Grazie ad una ricerca condotta dal Sunia si è scoperto che gli sfratti per morosità sono aumentati del 64% soltanto dal 2007 al 2011, ed è in quest’ultimo anno che la differenza del 6% appare notevole, aggiunta alle percentuali precedenti. Il tutto, ovviamente, dovrebbe essere inquadrato in un contesto molto più ampio, in quanto secondo una ricerca Adnkronos, anche la metà dei proprietari che non arriva allo sfratto, comunque spesso e volentieri si lamenta di ritardi o irregolarità nei pagamenti. Il segretario nazionale del Sunia Daniele Barbieri, in merito ha affermato che:
«A essere colpiti  sono le fasce più deboli: quel 20% di popolazione che vive in affitto è in genere composto da giovani precari, famiglie che non riescono ad accedere ai mutui, immigrati»

Il fenomeno dello sfratto va necessariamente collegato anche al prezzo degli affitti, in quanto essi, nonostante il trend negativo di mercato, continuano ad essere particolarmente alti. Basti pensare che a  Roma, ad esempio, secondo la Nomisma, l’affitto per un’abitazione di 75 metri quadrati si attesta sui 1.900 euro al mese in centro e 900 in periferia, mentre a Milano si parla di 1.600 e 780 euro.

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Detto questo, proprietari ed inquilini stanno cercando di trovare dei canoni concordati, i quali secondo Barbieri del Sunia:

«Per il concordato ci sarebbe bisogno di un’aliquota Imu favorevole per legge a livello nazionale  e si potrebbe anche pensare di riservare la cedolare solo a questo tipo di contratto. Potrebbe poi essere utile una maggiore diffusione dei fondi di rotazione, che in alcune città, ad esempio Torino, Bologna e Modena, già hanno dato buoni risultati». 

Si tratterebbe di una buona novità con conseguenze nettamente positive:

 «La combinazione di queste misure  potrebbe portare a un calo dei canoni del 25% in tempi rapidi». 

L’iter dello sfratto per morosità è molto più veloce. Infatti si tratta di un procedimento semplificato così come spiega Fiamigi:

«Si può arrivare alla decisione in un paio di mesi. Ma resta poi da vedere quando si realizza l’effettivo rilascio della casa. I tempi possono allungarsi di 8-12 mesi, dipende dal tribunale e dalle lungaggini attribuibili alla prassi: numero di cause, disponibilità degli uffici giudiziari». 

Secondo la prassi, comunque, il conduttore inadempiente può chiedere al giudice tre mesi, quindi 90 giorni, per mettersi in regola , nel momento in cui il proprietario mette in moto un procedimento di morosità.