Tasi, chi deve pagarla entro ottobre

Tasi, i comuni che devono pagarla entro ottobre

Arriva a quota 5.220 il numero di comuni in cui, entro il 16 ottobre, i cittadini saranno chiamati a versare l’acconto della Tasi. Nella percentuale, pari al [textmarker color=”C24000″]65% delle maggiori città del paese[/textmarker], rientrano anche Roma, Napoli, Milano e Firenze.

Tasi, le delibere definitive

Avviato l’1 giugno scorso e scaduto ieri, il termine ultimo per rendere note le aliquote dell’acconto ritardato ha ‘salvato’ dal pagamento in soluzione unica di dicembre 5.480 comuni. Le altre delibere, essendo atti correttivi per comuni dove l’acconto era già stato saldato, prevedono i conguagli con le regole definitive al saldo prenatalizio.

Tasi per gli inquilini

La decisione sulla percentuale da far versare a chi è in affitto ha visto un oscillamento tra i picchi estremi consentiti. Oltre alle situazioni intermedie, la percentuale minima ([textmarker color=”C24000″]10%[/textmarker]) è stata scelta da 53 comuni. Un’opzione che potrebbe annullare l’imposta stessa per le case di piccole dimensioni in quanto la Tasi non è dovuta se non supera i 12 euro. Le città che hanno deciso per la percentuale massima ([textmarker color=”C24000″]30%[/textmarker]), invece, sono state 26.

[banners]

Per quali comuni la Tasi si pagherà in soluzione unica a dicembre

I comuni senza delibera definitiva, pari a 659 e prevalentemente di entità medio piccola (ad eccezione di Enna e Crotone), costringeranno i cittadini a versare la Tasi direttamente entro il 16 dicembre, in unica soluzione. In questi casi, l’aliquota prescelta è pari all’1 per mille.

Tasi, quando le detrazioni prima casa non sono previste

Se si possiede una prima casa in un comune costretto a pagare la Tasi a dicembre, le detrazioni non saranno disponibili. Ciò significa che il versamento dovrà essere spartito fra tutti i proprietari, anche quelli di case medio piccole che sono sempre stati esclusi, grazie alle detrazioni, dall’[textmarker color=”C24000″]Ici[/textmarker] prima e dall’Imu poi. Ma la stessa condizione di indisponibilità degli sconti fissi sulla prima casa è presente anche in alcuni comuni deliberanti in tempo. Si tratta di 29 capoluoghi su 107, tra cui Aosta, Catanzaro, Campobasso e L’Aquila.

Fonti Il Sole 24 Ore

[spacer style=”2″ icon=”9998″]