Dichiarazione Imu Tasi 2019, arriva la proroga della scadenza 2019

Dichiarazione Imu Tasi 2019, nuova scadenza a fine anno

La scadenza per presentare le dichiarazioni fiscali su Imu e Tasi potrebbe slittare dal 30 giugno al 31 dicembre 2019. E’ quanto previsto dagli emendamenti al decreto crescita, qualora venissero approvati dall’esecutivo. La proroga consentirebbe ai ritardatari di disporre di altri sei mesi di tempo per comunicare le eventuali modifiche immobiliari intervenute nel 2018.

Dichiarazione Imu-Tasi 2019, come verificare le variazioni catastali

Una unità immobiliare può subire variazioni sulla rendita catastale in seguito a modifiche sullo stato di fatto dell’immobile stesso. Fusioni, soppressioni, frazionamenti sono tutti interventi che, se approvati con le dovute autorizzazioni, determinano modifiche sulla superficie immobiliare, e dunque sul valore delle tasse immobiliari da versare. Conoscere la rendita catastale consente di determinare a quanto ammontano gli importi da saldare per Imu e Tasi 2019.
Il modo più rapido per verificare lo stato attuale dell’immobile in termini di rendita catastale è richiedere una visura catastale sull’immobile. Nel documento sono evidenziati tutti i dati tecnici dell’immobile (rendita catastale inclusa) e quelli anagrafici degli intestatari così come risultano registrati al Catasto.

Dichiarazioni fiscali 2019, le altre proroghe

Oltre allo slittamento della presentazione della dichiarazione Imu-Tasi 2019, il calendario fiscale delle dichiarazioni 2019 può subire altre modifiche con gli emendamenti al decreto crescita.
Potrebbe scadere il 30 novembre (ovvero il 2 dicembre, poiché la nuova scadenza cadrebbe di sabato) anziché il 30 settembre il termine ultimo per inviare telematicamente il modello della dichiarazione dei redditi per persone fisiche e per persone giuridiche. Stessa proroga si potrebbe verificare per la dichiarazione Irap.
Anche i termini relativi al ravvedimento per versamenti parziali di imposte potrebbero essere oggetto di proroga, consentendo in tal modo ai contribuenti di avere più tempo per effettuare le dovute correzioni.
Infine, se il decreto crescita diventerà legge, l’amministrazione finanziaria non potrà chiedere i dati già in suo possesso nel caso in cui fossero necessari dei controlli documentali.