Studi di settore, sì ai correttivi anti crisi anche per il 2014

[custom_frame_center shadow=”on”]Studi di settore confermano correttivi anticrisi[/custom_frame_center]

Strumenti utili al fisco per stimare ricavi e compensi attribuibili al contribuente, gli studi di settore, elaborati tramite analisi economiche e tecniche matematiche, hanno messo in evidenza anche per quest’anno che la crisi non è del tutto superata. Nonostante la conferma dei correttivi anticrisi, una buona notizia c’è. Sette contribuenti su dieci sono stati considerati congrui (ovvero con compensi coincidenti o superiori alle stime). Un dato, quello dell’aumento della congruità dei cittadini, in tendente aumento nel corso degli anni.

Sì ai correttivi anticrisi

Anche quest’anno gli studi di settore hanno detto sì ai correttivi anti crisi. La commissione di esperti che ha riunito pochi giorni fa rappresentanti di Agenzia delle Entrate, Sose e associazioni di categoria ha ribadito la necessità di utilizzare gli stessi strumenti già messi in campo per il periodo d’imposta 2012. Si tratta, in sostanza, di interventi relativi all’analisi di normalità economica, a correttivi specifici per la crisi, a quelli congiunturali di settore e a quelli congiunturali individuali.

Sette contribuenti su dieci congrui agli studi di settore

Nel corso della riunione è poi emerso che il numero di contribuenti risultati congrui è aumentato nel corso degli anni, arrivando al 73.3% in base ai dati 2012. A salire è stato anche il numero dei contribuenti che hanno usato il campo annotazioni degli studi di settore per sottolineare casi particolari di non congruità (ad esempio i periodi di anomalo svolgimento dell’attività). Secondo quanto è stato sottolineato, quest’ultima tipologia di contribuenti è passata dai 309.190 del 2011 ai 356.167 del 2012 (+15.19%), mentre in relazione alla crisi economica il numero di contribuenti che ha usato il campo annotazioni ha raggiunto i 65.000 del 2012 a fronte dei 56.486 del 2011 (+15.07%).

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I ricavi stimati

L’analisi della commissione di esperti ha infine evidenziato che la crisi non sta affatto passando. A partire dall’analisi di dichiarazioni e comunicazioni annuali Iva presentate entro fine febbraio dai contribuenti, si è scoperto che il calo dei ricavi nel 2013 rispetto ai dodici mesi precedenti non accenna a fermarsi. In termini percentuali, il manifatturiero ha registrato un -2.4%, i servizi un -4.7%, mentre il commercio e le professioni hanno raggiunto il -6.3% ed il -1.9%. Grandi le difficoltà anche per edilizia e costruzioni (-9.2%), per i pubblici servizi e le attività ricreative e sportive, che hanno fatto registrare, rispettivamente, un calo del 7.1% e dell’8%.

Simona Di Michele

Fonti Il Sole 24 Ore, Agenzia delle Entrate.gov, Adnkronos