I dati sulle esportazioni italiane
L’export come valido sostegno al pil. E’questo il risultato dell’intensificazione delle vendite italiane all’estero. Un aumento del 22.9%, secondo quanto rilevato dalla banca d’Italia, che tra il 2009 ed il 2013 non ha visto variare prezzi, prodotti esportati, e destinazioni raggiunte. Queste ultime, per il 40% costituite da economie europee, sono cresciute meno rispetto al commercio mondiale. Ma al di là della minor estensione del mercato italiano verso altri più dinamici rispetto a quelli d’Europa, il pil italiano ha potuto godere di un tenore di esportazioni che, tra il 2010 ed il 2013, è stato pari a quello della Germania e maggiore di quello della Francia.
[visure_b2b]Export italiano regione per regione
Secondo l’Istat, a livello nazionale, l’export nei primi tre mesi del 2014 ha raggiunto quota +1.5%, grazie ad una crescita del +5.6% nel sud, ad un +4.5% nel nord est, e ad un +1.7% nel nord ovest. Netto calo si è invece registrato nell’Italia insulare (-16.5%) e centrale (-0.9%).
Prevalgono, tra le regioni italiane più attive nell’export, l’Emilia Romagna (+5.9%), il Piemonte (+6.9%), il Veneto (+2.7%), la Puglia (+18.1%) e le Marche (+10.5%). Il fanalino di coda è occupato da Sicilia (-15.6%), Toscana (-4.6%) e Sardegna (-18.1%). In termini di province, le più efficienti nella vendita all’estero sono Torino, Taranto, Bergamo, Massa Carrara e Brescia.
Tra i prodotti più venduti, infine, vanno annoverati gli autoveicoli dal Piemonte, i metalli di base e i prodotti in metallo dalla Puglia, gli articoli farmaceutici, chimici, medicinali e botanici dalle Marche. Grazie alla vendita di tali beni, l’export nazionale è aumentato del 60% solo nei primi tre mesi dell’anno in corso.
Simona Di Michele
Fonti Nomisma.it, Istat
[spacer style=”2″ icon=”9998″]