Imprese individuali, sì alla tassazione Ires

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Nuovo obbligo per le imprese individuali e le società di persone. La riforma fiscale passata alla camera imporrà l’assoggettamento del reddito d’impresa prodotto da soggetti Irpef ad un tributo separato con aliquota proporzionale in linea con quelle delle società di capitali.

A cosa serve la manovra

L’estensione dell’imposta sul reddito delle società a ditte individuali e società di persone ha uno scopo ben preciso: uniformare la tassazione del reddito di tali soggetti a quella di una società a responsabilità limitata o di una per azioni.
Un primo intervento in questa direzione si era già visto nel 2004, quando le srl, in alcuni casi, potevano tassare ad Irpef il reddito ai soci persone fisiche. La misura, tuttavia, non contemplava la possibilità contraria, ovvero tassare ad Ires le imprese Irpef. Con la recente legge delega, invece, oltre a permanere il principio di uniformità di tassazione, si è introdotto l’obbligo (almeno su carta) di assoggettare il reddito delle imprese personali all’imposta sul reddito d’impresa (l’Iri), con una aliquota proporzionale e assimilata a quella dell’Ires.

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Cosa prevede il regime di tassazione

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Con la nuova disposizione, sarà possibile tenere sotto controllo i flussi di denaro tra l’azienda ed il titolare, oppure tra la società in nome collettivo o la società in accomandita semplice ed i relativi soci. Il monitoraggio dovrà tener conto del fatto che questi movimenti, per legge, sono da considerare tanto costi deducibili dal reddito di impresa quanto redditi a tassazione Irpef ordinaria e progressiva per chi percepisce le somme movimentate. Dunque, fintanto che i guadagni della società individuale resteranno in azienda, la tassazione sarà quella prevista ai fini Ires. In caso di prelievo, invece, si dovrà pagare l’Irpef come se il reddito fosse stato prodotto direttamente dalla persona fisica.

I benefici della tassazione Iri

Un simile regime permette alle imprese Irpef di tassare il reddito trattenuto con un’aliquota moderata, e di non essere aggravate da una doppia tassazione quando il reddito è assegnato ai soci.
Separare la tassa sull’impresa (ovvero l’Iri o l’Ires) da quella relativa al socio o all’imprenditore (e cioè l’Irpef), inoltre, non creerà criticità fiscali nel momento in cui si è chiamati a scegliere il tipo di società da mettere in piedi.
La divisione, infine, per coloro che svolgono attività di tal genere favorirà la prassi di trattenere utili e risorse sfruttando la minor imposta sul reddito rispetto a quella personale. Gli imprenditori potranno programmare nel tempo i prelievi di utili, e dunque procrastinare il peso fiscale che ne deriva, in base alle esigenze della società o della propria famiglia. Esattamente come succede per i soci delle società di capitali.

Simona Di Michele 

Fonti Il Sole 24 Ore