Mutui 2020, le novità del decreto fiscale

Mutui 2020, stop al pignoramento

Sui mutui 2020, il decreto fiscale ha introdotto novità interessanti a proposito dell’acquisto della prima casa. Su tutte, primeggia quella relativa allo stop del pignoramento se il contribuente che risiede nell’immobile ha difficoltà a pagare il prestito. Non più ipoteca e vendita all’asta giudiziaria, dunque, ma possibilità di rinegoziazione dei mutui 2020.
Oltre alla residenza nell’immobile, tale possibilità è concessa solo per pignoramenti su prima casa attivati tra l’1 gennaio 2010 ed il 30 giugno 2019, se il creditore è una banca, e se tale istituto ha già ottenuto il 10% del prestito erogato.

Mutui 2020, come richiedere la rinegoziazione

Se si hanno tutti i requisiti suddetti per avviare la rinegoziazione dei mutui prima casa 2020, si può farne richiesta entro e non oltre la fine del 2021, e per importi non superiori a 250mila euro.
Va ricordato che le cifre proposte con la rinegoziazione dei mutui 2020 non potranno essere inferiori al debito residuo, e vi si dovranno aggiungere gli interessi. Infine, se la rinegoziazione venisse accettata, il contribuente avrebbe tempo massimo 30 anni (ma non potrà superare gli 80 anni d’età) per sanare il nuovo mutuo.

Mutui 2020, in arrivo tassi agevolati

Altra novità per i mutui 2020 riguarda soprattutto le giovani coppie, che potranno beneficiare per l’acquisto della prima casa di tassi agevolati in quanto lo stato potrà garantire fino al 50% del capitale prestato nei confronti della banca erogante. Nella coppia che potrà beneficiarne, almeno uno dei componenti dovrà avere meno di 35 anni, ma questa agevolazione coinvolgerà anche i nuclei monogenitoriali con figli minori, gli abitanti in affitto in case popolari, e i giovani under 35 con rapporto di lavoro atipico. Per ottenerla, in tutti i casi i mutui non devono superare i 250mila euro.
Tra le altre novità sui mutui 2020, il decreto fiscale include la riduzione al 2% dell’imposta di registro, un’imposta ipotecaria e catastale fissa di 200 euro, detrazioni Irpef sugli interessi passivi al 19% fino ad un massimo di 4mila euro l’anno, e l’Iva al 4% se si compra la casa da un’impresa.

Mutui 2020, quali documenti servono per chiederli

Per richiedere i mutui, è necessario fare domanda di finanziamento ad una banca presentando una serie di informazioni e documenti importanti.
Oltre ai dati anagrafici e alla residenza, infatti, sarà necessario attestare di quanti membri è composto il proprio nucleo familiare e le persone a carico, che tipo di lavoro si svolge (con relativo reddito), la descrizione ed il valore dell’immobile, e la presenza o meno di debiti.
Ottenute queste informazioni, la banca si esprimerà approvando o respingendo la domanda di mutuo. Se la richiesta verrà accettata, si potrà procedere con la presentazione di ulteriori documenti che identifichino il reddito (copia del modello CUD o del modello 730), il certificato di nascita e di stato civile o l’estratto dell’atto di matrimonio del richiedente, copia del compromesso e planimetria, e copia dell’atto di acquisto dell’immobile.
Una volta che l’istituto stimerà il valore dell’immobile sulla base di tali dati, verrà concesso il finanziamento e, di fronte al notaio, si stipulerà l’atto pubblico ufficiale.