Riforma del catasto, si rischiano rincari delle rendite revisionate

Riforma del catasto, cosa è stato deciso

Nei due decreti legislativi licenziati dal consiglio dei ministri la scorsa settimana si è parlato anche di riforma del catasto. Nello specifico, si è decretato in materia di [textmarker color=”C24000″]competenze delle commissioni censuarie[/textmarker]. Ma intorno alla riforma gravita il rischio di [textmarker color=”C24000″]rincari sulle rendite[/textmarker].

Quali sono le competenze delle commissioni censuarie secondo la riforma del catasto

Compito delle commissioni censuarie provinciali, oltre all’approvazione dei tariffari degli immobili urbani, della qualità e delle classi dei terreni, sarà quello di collaborare alle revisioni del catasto ed alla convalida degli algoritmi per le nuove rendite catastali.
La commissione censuaria centrale, invece, interverrà come giudice nei ricorsi presentati dal fisco contro le decisioni delle commissioni locali e, in fase di attribuzione di nuove rendite a tutto il patrimonio immobiliare, dovrà verificare le tariffe di terreni ed unità immobiliari.

[banners]

I punti oscuri della riforma del catasto

A mancare, nella bozza del provvedimento, è una sicura garanzia che in ognuna delle 103 commissioni censuarie locali sia presente un numero equo di rappresentanti delle associazioni di categoria del settore immobiliare. La proposta dei componenti delle commissioni indicati da professionisti e associazioni di categoria, infatti, dovrà passare dal prefetto al presidente del tribunale, il quale successivamente ne potrà nominare solo tre.
Il rischio, se le associazioni di categoria dovessero essere in netta minoranza nella composizione finale e dunque non avessero voce in capitolo sulla definizione delle nuove rendite, è che gli utenti finali si troverebbero ad affrontare [textmarker color=”C24000″]importi anche dieci volte superiori[/textmarker] rispetto a quelli attuali sulle rendite revisionate e sulla costruzione dei valori patrimoniali.

Il futuro della riforma

Tanto sulla composizione delle commissioni censuarie che sul rischio di rincari la partita rimane aperta. Ma i tempi sono stretti, visto che il parlamento è chiamato a pronunciarsi, ed eventualmente a modificare quanto abbozzato dal cdm, entro trenta giorni dall’arrivo dei testi. E con un occhio rivolto alle recenti contestazioni avanzate dalle associazioni della proprietà, che chiedono appunto di poter designare direttamente i propri esperti nelle commissioni censuarie locali.

Fonti Il Sole 24 Ore

[spacer style=”2″ icon=”9998″]