Cedolare secca, aliquota al 10% per 3mila comuni italiani

Cedolare secca, in quali comuni è al 10%

Sì all’aliquota più bassa per la [textmarker color=”C24000″]cedolare secca[/textmarker] in quasi 3mila comuni d’Italia. L’aliquota al 10% per gli affitti a canone concordato scatta nelle zone colpite da calamità naturali dal 2009, per le quali è stato decretato lo stato d’emergenza. Si tratta di una buona parte dei comuni italiani (3mila su 8mila totali) dove dal 2009 hanno imperversato terremoti, frane e alluvioni. E’ il caso dei comuni di Emilia Romagna e Lombardia, colpiti dal sisma del 2012, o di quelli alluvionati in Sardegna. E ancora, la cedolare secca all’aliquota più bassa potrà essere adottata nei 702 comuni toscani che aprono la classifica per il maggior numero di casi d’emergenza.

La difficoltà nell’applicare la cedolare secca ad aliquota più bassa

L’applicazione del regime più vantaggioso della cedolare secca potrebbe comportare delle difficoltà per la mancanza di un criterio univoco sul valore del canone. I livelli del canone concordato, infatti, vengono decisi in base ad accordi preliminari tra le associazioni di inquilini e quelle di proprietari, e città per città. Una concordanza che non sempre è presente in molti dei comuni coinvolti dalla cedolare secca ad aliquota più bassa.

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Come si individua il giusto canone per la cedolare secca

Una soluzione la può fornire il decreto congiunto dei ministeri delle infrastrutture e dell’economia, risalente al 14 luglio 2004, in cui sono inseriti i criteri per i contratti a canone concordato in assenza di intesa tra proprietari e inquilini. In sostanza, il decreto invita le parti a cercare l’accordo più vicino in riferimento al “comune demograficamente omogeneo di minore distanza territoriale anche situato in altra regione”.

Regioni e comuni in stato d’emergenza dal 2009 dove è possibile optare per la cedolare secca ad aliquota più bassa (10%)

  • ABRUZZO (Teramo, Pescara, Chieti, L’Aquila)
  • BASILICATA (Matera, Potenza)
  • CALABRIA (Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria, Crotone, Vibo Valentia)
  • EMILIA ROMAGNA (Modena, Bologna, Ferrara, Reggio Emilia, Forlì Cesena, Parma, Piacenza)
  • FRIULI VENEZIA GIULIA (Pordenone, Udine)
  • LIGURIA (Genova, Imperia, La Spezia, Savona)
  • LOMBARDIA (Mantova)
  • MARCHE (Ancona, Macerata, Fermo, Pesaro Urbino, Ascoli Piceno)
  • PIEMONTE (Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Torino, Verbano Cusio Ossola, Vercelli)
  • PUGLIA (Taranto, Bari, Foggia, Barletta Andria Trani)
  • SARDEGNA (Olbia Tempio, Nuoro, Oristano, Cagliari, Ogliastra, Medio Campidano)
  • SICILIA (Messina, Catania)
  • TOSCANA (Arezzo, Firenze, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Pisa, Prato, Grosseto, Siena)
  • UMBRIA (Perugia, Terni)
  • VENETO (Belluno, Padova, Venezia, Verona, Vicenza, Treviso)

Fonti Il Sole 24 Ore

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