Divorzio, procedure più semplici dall’avvocato e dal sindaco

Divorzio, cosa prevede la riforma

Con l’approvazione del [textmarker color=”C24000″]decreto legge 132[/textmarker] del 2014 è confermata l’opportunità di evitare il ricorso al tribunale per i coniugi che vogliano separarsi, divorziare, o cambiare le condizioni di separazione o divorzio. Lo scopo della manovra è quello di alleggerire le aule di giustizia di un arretrato civile pari a più di 5 milioni di cause. Ma c’è il rischio che ad aumentare siano i tempi e i costi per la coppia.

Chi può separarsi di fronte all’avvocato

[paragraph_left][block]Separazione di fronte all'avvocato[/block][block]I coniugi che non hanno figli possono dividersi – se la decisione è consensuale – firmando un accordo in uno studio legale già dallo scorso 13 settembre. La novità introdotta dal decreto riguarda l’estensione della procedura anche per chi ha figli minori, maggiorenni incapaci, non autosufficienti economicamente o con handicap.[/block][/paragraph_left]

Cosa cambia rispetto alla separazione consensuale tradizionale

Separarsi di comune accordo con la procedura tradizionale, ovvero siglando un accordo davanti ad un [textmarker color=”C24000″]avvocato [/textmarker]senza passare per il tribunale, permette di ridurre i tempi (che dai 675 giorni richiesti per la procedura giudiziale si assottigliano ai 103 medi) e i costi, visto che i coniugi possono servirsi di un solo legale. Divorziare tramite uno studio, invece, pone l’obbligo di avere un legale a testa, ed introduce un passaggio ulteriore.

Passaggio dell’accordo al pm

Lo step in più previsto dalle nuove procedure prevede che uno degli avvocati dei membri della coppia senza figli debba far convalidare l’accordo raggiunto al pubblico ministero prima di passarlo allo stato civile per la trascrizione. Ma il nulla osta del pm non è vincolato ad una precisa scadenza. Per chi ha figli, inoltre, il passaggio attraverso il pm è aggravato dalla possibilità di dover comunque ricorrere al tribunale.

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Come avviene la separazione dall’avvocato con la nuova riforma

I due coniugi, con un legale ciascuno, devono far redigere un accordo scritto che confermi la loro volontà di risolvere in modo consensuale la controversia entro non più di tre mesi, con la possibilità di proroga di altri 30 giorni. Da quando la convenzione è sottoscritta dalla coppia e certificata legalmente, scattano i tre anni d’attesa obbligatori prima di poter richiedere il divorzio.
Spetterà poi ai legali il compito di trasmettere l’accordo al pm e, con il [textmarker color=”C24000″]nulla osta[/textmarker] di quest’ultimo, inviare entro 10 giorni la copia autenticata dell’accordo all’ufficiale dello stato civile del comune in cui il matrimonio è stato iscritto o trascritto.

Separazione dall’avvocato per chi ha figli

Anche per i coniugi con figli la procedura è valida secondo la modalità della negoziazione assistita. In questo caso, però, oltre alla parcella ‘doppia’ per i due avvocati, e ai tempi incerti vista la mancanza di una scadenza per il nulla osta del pm, c’è il rischio di dover passare comunque tramite il tribunale qualora il pubblico ministero ritenga l’accordo raggiunto tra i due genitori non rispondente all’interesse dei figli.

Separazione di fronte al sindaco

Altra strada percorribile per dividersi è scegliere di siglare l’accordo davanti al primo cittadino. Questa alternativa, che sarà valida solo a partire dal trentesimo giorno dopo l’entrata in vigore della legge di conversione del decreto 132, coinvolge i coniugi senza figli che vogliono separarsi di comune accordo.

Cosa bisogna fare

[paragraph_left][block]Separazione di fronte al sindaco[/block][block]Marito e moglie devono presentarsi dal sindaco del comune di residenza di uno dei due, o di quello in cui il matrimonio è stato iscritto o trascritto, con l’accordo di separazione o divorzio in mano. Per stilare quest’ultimo, la coppia può farsi assistere da un legale. Compilato e sottoscritto l’atto contenente l’accordo, il sindaco chiederà ai due di presentarsi dopo 30 giorni per confermarlo. Questa ‘pausa’ non è richiesta se si devono solo modificare le condizioni di separazione o divorzio già fissate.
Se si sta parlando di separazione, è sempre necessario attendere i tre anni obbligatori prima di poter attivarsi per il divorzio.[/block][/paragraph_left]

Costi e tempi dell’iter di separazione dal sindaco

Per separarsi di fronte al primo cittadino la coppia dovrà sostenere costi più modesti rispetto a quelli necessari per lo studio legale, ovvero un diritto fisso che non dovrà essere superiore ai 16 euro previsti per le pubblicazioni di matrimonio. Il conto sale qualora si decida di farsi assistere da un legale per la stesura dell’accordo. Per quanto riguarda i tempi, bisogna considerare almeno un mese, in virtù della pausa prevista tra la stesura e la conferma dell’accordo.
E’ bene ricordare infine che, scegliendo questa opzione, nella convenzione non possono essere inseriti i patti con trasferimenti patrimoniali, e dunque decisioni su somme di denaro o beni mobili (ad eccezione degli assegni periodici).

Fonti Il Sole 24 Ore

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