Pignoramenti più rapidi, arriva la fusione tra Equitalia e Fisco

Agenzia delle Entrate-Riscossione, cosa cambia

Il nuovo ente unico, che si chiamerà Agenzia delle Entrate-Riscossione e vedrà la luce l’1 luglio prossimo, segna la nascita della ‘nuova’ Equitalia, che da ente privato passa a pubblico fondendosi con il Fisco – Agenzia delle Entrate. Questa operazione, disciplinata dalla riforma Renzi del 2016, potrà velocizzare tutte le operazioni di riscossione, tra cui il pignoramento del conto corrente, grazie all’interconnessione tra più banche dati. La nuova Equitalia, infatti, accederà direttamente all’anagrafe dei rapporti finanziari, con cui potrà conoscere i tipi di movimenti sul conto, la consistenza effettiva e la giacenza media, i depositi ed i titoli, e così via. Sarà anche in grado di attingere informazioni dall’anagrafe tributaria, in merito all’importo dello stipendio percepito, all’azienda in cui un soggetto lavora, e ad altri redditi. Infine, la nuova Equitalia riuscirà a pignorare salari, TFR ed altre forme di indennità grazie all’accesso diretto al database Inps.
La fusione tra Equitalia e Fisco, secondo quanto comunicato dall’ente di riscossione, “va nella direzione di poter migliorare l’attività di riscossione che non si muoverà più ‘a fari spenti’ relativamente alle azioni esecutive ma soprattutto di limitare al minimo, grazie ad informazioni più puntuali, l’impatto sul debitore e sulle sue attività professionali”.

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Equitalia e pignoramento diretto, niente più intervento del giudice?

La notizia dell’unione di Equitalia e Fisco ha scatenato non poche perplessità circa il fatto che, in tal modo, l’ente di riscossione avrebbe maggior margine per procedere al pignoramento anche senza l’obbligo di richiedere l’intervento dell’autorità giudiziaria. Equitalia, tuttavia, ha risposto confermando che la procedura di pignoramento presso terzi non varierà rispetto a quanto già in vigore dal 2005. La normativa di dodici anni fa, secondo quanto ha confermato l’ente, già prevedeva il pignoramento diretto da parte di Equitalia sui crediti del debitore detenuti da terzi, compresi quelli sul conto corrente, ma solo “dopo che il contribuente non ha dato seguito agli atti che gli sono stati notificati (cartella di pagamento, solleciti di pagamento, avvisi di intimazione), né provvedendo al loro pagamento, neanche in forma rateale, né contestandone il contenuto” entro i sessanta giorni previsti.
Il contribuente, dunque, prima di ogni azione di pignoramento diretta da parte di Equitalia, riceverà comunque avvisi e solleciti al fine di saldare il debito. Se entro i sessanta giorni concessi il contribuente non paga (in unica formula o rateizzando il debito) oppure non fa ricorso, la nuova Equitalia potrà recuperare direttamente quanto dovuto, anche tramite il pignoramento diretto del conto corrente.

Equitalia, le garanzie per il contribuente

Nonostante la fusione tra Equitalia e Fisco, quindi, il debitore avrà sempre un lasso di tempo entro il quale poter correre ai ripari per evitare il pignoramento diretto sul conto corrente.
Inoltre, permarranno il divieto di pignorare l’unico immobile di proprietà del debitore (se in quest’ultimo il contribuente ha la residenza, se non è accatastato A8 o A9, e se il suo uso è a scopo abitativo), e le soglie di pignoramento dello stipendio (che saranno fino a non oltre un decimo, per debiti fino a 2.500 euro; pari a un settimo, per debiti da 2.501 a 5 mila euro; massimo di un quinto, per debiti oltre 5mila euro). Non viene abolito, infine, il divieto di ipoteca sulla casa per debiti inferiori a 20mila euro, e quello di pignoramento di casa per debiti inferiori a 120mila euro (sempre che la somma del valore di tutti gli immobili del contribuente non superi tale importo).

Fonti Adnkronos, Huffington Post, Il Sole 24 Ore, Wired

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