Calcolo fattura avvocato, ecco da cosa è formato il compenso del legale

Calcolo compenso avvocato, i criteri

Calcolo fattura avvocato

La retribuzione del servizio erogato dal professionista legale, con l’ultimo decreto ministeriale in materia (n. 55 del 10 marzo 2014), non si calcola più in base alle singole attività svolte dall’avvocato, come ad esempio l’accesso alla cancelleria, o la redazione di uno scritto difensivo, la sua stampa e rilegatura.
Con i nuovi parametri forensi stabiliti dal 2014, il compenso totale corrisponde alla somma di quelli dovuti per ogni singola fase della procedura legale, ovvero lo studio della controversia, la fase introduttiva del giudizio, quella istruttoria e la decisionale.

Fattura avvocato, quali sono le fasi della controversia

Il decreto ha fornito una breve descrizione per ogni fase procedurale da tenere a mente per calcolare il compenso dell’avvocato.
La prima, ovvero quella di studio della controversia, comprende tutte le attività di esame utili per preparare l’eventuale contenzioso, tra cui le ispezioni dei luoghi, la ricerca dei documenti e la redazione di scritti precedenti la formulazione in giudizio. Nella fase introduttiva del giudizio, invece, si lavora per introdurre la causa ed arrivare alla prima udienza. L’istruttoria coincide con la ricerca di prove e testimoni per avere conferma dei fatti. La fase decisionale, infine, riguarda l’insieme di attività utili alla difesa prima della sentenza ed al deposito del giudizio dopo la sentenza. Vi rientrano la discussione orale, la redazione ed il deposito delle conclusioni, e la registrazione del provvedimento conclusivo del giudizio.

Come è calcolato il valore delle fasi della controversia

Il decreto che ha rinnovato i parametri forensi per la determinazione delle tariffe per gli avvocati prevede che il valore del compenso sia connesso a quello della controversia dibattuta. Maggiore è la complessità del caso, più alto è il valore ad essa parametrato. Per mettere in pratica questo principio, si sono stabiliti degli scaglioni di valore diversi per ogni fase, che espressi in euro risultano essere i seguenti:

– da 0,01 a 1.100,00

– da 1.100,01 a 5.200,00

– da 5.200,01 a 26.000,00

– da 26.000,01 a 52.000,00

– da 52.000,01 a 260.000,00

– da 260.000,01 a 520.000,00

E’ poi previsto un valore indeterminabile per quelle cause per le quali non si riesca a quantificare uno specifico valore per via dell’oggetto e della complessità della controversia. In questi casi, la norma stabilisce che il valore indeterminabile sia da classificare tra i 26mila euro e i 260mila. Per ulteriori casi ancor più articolati, infine, si prevede anche il superamento della soglia dei 520mila.
E’ evidente che determinare il valore della controversia non è compito facile, perché se per una causa di recupero crediti si può far valere il credito vantato, in un procedimento di divorzio saper quantificare quanto spetta all’avvocato diventa compito ben più arduo.

Tabelle 2015 per il calcolo dei compensi legali

La nuova disciplina che determina i parametri per i compensi degli avvocati ha inglobato in 26 tabelle specifiche il valore delle tariffe teoricamente spettanti ai legali, fondandole sulla tipologia e la materia della controversia, ma anche sul grado di giudizio e sulla corte chiamata ad emanare la sentenza.

Compenso avvocato per controversie stragiudiziali

Spese legali avvocato 2015

Per quelle attività legali che esulano dalle aule dei tribunali (ovvero i casi in cui l’avvocato è consultato solo per la redazione di una lettera, o per una trattativa fondata sul negoziato privato con la controparte), l’assistenza fornita è di tipo stragiudiziale, e come tale ne va calcolato il compenso. Anche in questi casi si dovrà tenere conto, per la formulazione del compenso, delle caratteristiche, dell’urgenza, del pregio dell’attività prestata, dell’importanza dell’opera, della natura, della difficoltà e del valore dell’affare, della quantità e della qualità delle attività compiute.

Fattura avvocato, quali altre spese vanno sostenute

Nel calcolo della parcella dell’avvocato vanno inserite anche le voci relative alle spese sostenute per l’espletamento dell’incarico.
Si tratta delle spese forfettarie (quelle telefoniche, i costi sostenuti per la cancelleria, e così via), che rappresentano una percentuale con aliquota del 15% sul compenso tabellare. In aggiunta, bisogna tener conto del rimborso per le spese di trasferta, divise in spese per il soggiorno (+10%) e per il viaggio (ovvero il pagamento del pedaggio, del parcheggio, e di un quinto del costo per litro di carburante per ogni chilometro percorso se l’avvocato usa il proprio veicolo).

Fonti Professione Giustizia

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